Scatta a Milano, presso il prestigioso ospedale Monzino, il test sul cosiddetto vaccino anti infarto. Come riferito dai colleghi di SkyTg24.it, si tratta di uno studio che coinvolgerà ben 10mila pazienti in tutto il mondo, e che avrà l’obiettivo di dimostrare che il “vaccino” di cui sopra, farmaco prodotto dalla multinazionale Novartis, è in grado di ridurre il rischio di eventi cardiovascolari gravi, come ad esempio infarto e ictus, attraverso il dimezzamento dei livelli di colesterolo cattivo LDL-C.
La sperimentazione scatterà in queste ore presso il rinomato Centro cardiologico Monzino di Milano, e riguarderà inizialmente tre pazienti in vista della messa in commercio appunto del vaccino anti-infarto, così come l’ha definito Eugene Brauwnwal, padre della cardiologia moderna. Inclisiran, il nome del farmaco in questione, non è propriamente un vaccino ma è stato definito così per via della sua capacità di ridurre fortemente il rischio di un attacco cardiaco, e verrà somministrato due volte l’anno.
VACCINO ANTI-INFARTO, SPERIMENTAZIONE AL VIA: IL COMMENTO DEL PROF AGOSTONI
Il colesterolo cattivo LDL-C, ha un ruolo fondamentale nello sviluppo e nella progressione delle malattie cardiovascolari e aterosclerotiche, e abbassando i suoi livelli nel sangue “si ottiene una riduzione della loro incidenza e della mortalità”, così come spiegato da Piergiuseppe Agostoni, direttore del Dipartimento di Cardiologia Critica e Riabilitativa Monzino. “Un effetto che è ancora più importante nei soggetti più a rischio – ha aggiunto l’esperto – come chi ha già sperimentato nella sua storia un evento cardiovascolare (infarto e ictus)”.
“Sono proprio questi i pazienti – ha specificato – su cui si focalizza questo studio a oggi infatti, pur avendo a disposizione un’ampia gamma di farmaci anticolesterolo, tra cui le note statine, i target di LDL-C desiderabili per ridurre il rischio di recidive sono spesso difficili da ottenere”. Piergiuseppe Agostoni ha aggiunto e concluso: “Inclirisan è il primo farmaco di una nuova classe che, in studi clinici precedenti, ha già dimostrato di poter abbassare del 50% i livelli di LDL-C sia in pazienti con malattia cerebrovascolare (Cevd) che in pazienti con malattia polivascolare (Pvd)”.