Santa Valeria si celebra come ogni anno anche in questo il 28 aprile. La Beata non ha una sua iconografia specifica ed esclusiva, ma è ben rappresentata all’interno dei meravigliosi mosaici della basilica di Sant’Apollinare a Ravenna, insieme al marito e ai figli. Santa Valeria è patrona di Seregno e Pessano con Bornago, a lei si rivolgono le mogli e le madri dal momento che è considerata protettrice delle famiglie. Santa Valeria viene ricordata il 28 aprile insieme al marito san Vitale, sposo e martire, ai vescovi Sant’Afrodisio di Beziers e Sant’Artemio di Sens, al Beato Bernardo Abate, al Beato Carino Pietro da Balsamo, ai Santi Eusebio, Caralampo e compagni martiri, alla santa Giannina Beretta Molla, madre di famiglia, al Beato sacerdote e martire Giuseppe Cebula.
E poi ancora, il Beato francescano Guido Spada, i beati sposi Lucchese e Buonadonna, San Luigi Maria Grignion da Montfort, la Beata carmelitana scalza Maria Felicia di Gesù Sacramentato, la Beata Vergine Maria Luisa di Gesù Trichet, i Santi Massimo, Dada e Quintiliano, il santo vescovo San Panfilo di Sulmona, i Santi Paolo Pham Khac Khoan, Giovanni Battista Dinh Van Than e Pietro Nguyen Van Hieu, il sacerdote e martire San Pietro Chanel, i Santi Pietro Chanel e Luigi Maria (Grigion) da Montfort, San Pietro da Bearn, martire, San Primiano Martire di Larino, il Vescovo San Prudenzio di Tarazona, e Sant’Ursicino martire.
Santa Valeria, la vita della Beata
Santa Valeria è nata a Milano nel III secolo, è ricordata soprattutto per essere stata moglie di San Vitale di Ravenna e madre dei santi martiri Gervasio e Protasio, gemelli. È nominata per la prima volta insieme al marito in un opuscolo redatto da uno dei primissimi cristiani di Milano, Filippo, al quale sono dedicati nel capoluogo lombardo l’hortus Philippi e la domus Philippi.
San Vitale accompagnò da Milano a Ravenna il giudice Ursicino e andò incontro a morte violenta in quelle circostanze, i cristiani ravennati impedirono a santa Valeria di portare con sé a Milano le spoglie del marito Vitale, il cui corpo rimase nei pressi di Ravenna, dove fu ucciso. Valeria invece morì mentre tornava a Milano senza poter portare il marito, per le percosse subite di cittadini pagani idolatri, che la punirono con violenza e crudeltà perché si era rifiutata di partecipare insieme a loro ad alcuni riti per un dio pagano.