TONI CAPUOZZO: “FOLLIA AVER DATO ARMI ALL’UCRAINA”
Toni Capuozzo è stato un inviato di guerra tanto acuto quanto cronista fino al “midollo”: ha visto e raccontato però talmente tanti scenari bellici da riuscire oggi che è un attentato analista e osservatore “esterno” a non rifugiarsi in facili e demagogici giudizi.
Ad esempio, pur condannando con forza l’ignobile invasione della Russia in Ucraina, non risparmia critiche all’Occidente tanto sul passato quanto sul potenziale futuro geopolitico post-conflitto a Kiev: «è una guerra giocata sull’immagine», racconta l’ex inviato Mediaset a “La Verità”, ovvero si ha come l’impressione che «la macchina militare russa non abbia deliberatamente premuto sull’acceleratore, com’è accaduto in Siria». Secondo il cronista, radere al suolo Kiev non conviene in primis a Putin: «anche un governo fantoccio infatti», osserva Capuozzo, «dovrebbe fare i conti con una popolazione che ha dimostrato di sapersi opporre all’invasore, persino a mani nude». Guerra totale e impressionante fino ad oggi si è vista forse solo a Mariupol, riflette ancora il giornalista a “La Verità”, mentre nel resto del Paese pur con bombardamenti e ingiustificabili vittime tra i civili, è come se il piede sul freno del Cremlino sia ancora deciso.
“PUTIN NON È HITLER”: LA LINEA DEL DIALOGO INVOCATA DA CAPUOZZO
«È una guerra tra opposti fascismi», si permette Toni Capuozzo andando contro l’opinione pubblica e giornalistica profondamente “manichea” di queste settimane: battaglione d’Azov, organizzazione Centuria e quant’altro, le presenze “poco chiare” sono tra le fila di entrambi gli schieramenti. Secondo il cronista ex inviato di guerra anche in Italia c’è però una sorta di “unanimismo forzoso” che non racconta fino in fondo la realtà davanti: «la chiamata alle armi psicologica dell’informazione è parallela alle accuse di filoputinismo, rivolte a chi non la pensa come i grandi giornali e buona parte della tv».
Secondo Capuozzo ciò avviene per un malcelato complesso di colpa in capo all’Occidente: «se tu ritieni che in Ucraina siano in gioco la democrazia e le sorti dell’Europa, allora dovresti dire “no-fly zone” in Ucraina». Ma in quel caso scoppierebbe la terza guerra mondiale e Toni Capuozzo non risparmia la critica, «siccome nessuno è disposto a combatterla allora si fa un lavoro di retrovia», ovvero si fa contro-informazione con il giornalismo che non sempre si comporta come dovrebbe (tipo «non raccontare mai quello che è successo in questi 8 anni nel Donbass», osserva il cronista ancora a “La Verità”). Serve capire dove stia il vero e dove no, ma non è un’operazione facile nemmeno per un giornalista esperto come Toni Capuozzo: «ucraini hanno impedito l’evacuazione di gruppi di civili? Può essere verosimile, chi difende un centro abitato è quello più interessato a far sì che non tutti i civili lo abbandonino». Solo che un discorso del genere viene quasi bandito da giornali e tv, come se volesse dire giustificare l’orrore compiuto dalla Russia in queste settimane. Altro giudizio contro corrente, secondo l’esperto giornalista, è che l’Italia e l’Europa hanno fatto male a mandare le armi in Ucraina: «una follia. Quelle armi non cambiano la sorte del conflitto. E poi ci siamo bruciati la possibilità di svolgere un ruolo di mediazione». Da Roma a Bruxelles, l’Europa è vero che è unita come dice Draghi, ma è anche «profondamente impotente», chiarisce Capuozzo. Altre pillole non meno interessanti, secondo il cronista l’avvenuta eroica di Zelensky non è da sottovalutare o denigrare, ma resta che la «sua politica ha messo in pericolo il Paese»; il suo principale avversario, Vladimir Putin, invece non andrebbe definito come «Hitler, è una forzatura evidente». Resta però l’aggressione e i morti, quelli sono incancellabili così come la mancanza di piena libertà in Russia: per questo Capuozzo conclude l’intervista dicendo che vi è un versante dei fascismi internazionali – quello di Dugin – che considera la Russia come «una diga contro la globalizzazione. È il senso del discorso del patriarca ortodosso Kirill contro l’Occidente corrotto e decadente. […] in Europa c’è una destra che guardava proprio alla Russia di Putin come l’ultimo baluardo contro il globalismo…».