Sean Penn ha vissuto da protagonista le prime ore della guerra tra Russia e Ucraina. Dopo l’invasione di Putin, il regista ha dovuto trovare il modo per scappare dall’Ucraina, dove si trovava per girare un documentario. La prima visita c’è stata a novembre: lì sono state girate scene a Mariupol, dove sono stati intervistati soldati in prima linea, e poi a Kiev, dove invece sono stati ripresi aspetti della vita quotidiana del popolo ucraino. Dopo la prima visita nel 2021, lo statunitense è tornato proprio a febbraio in Ucraina, dove ha avuto anche modo di conoscere il Presidente Zelensky.
A Che Tempo che Fa, in diretta con Fabio Fazio, il regista e attore ha raccontato: “Ho cominciato le riprese per questo documentario a Mariupol a novembre scorso. Eravamo ad intervistare i soldati in prima linea. Poi siamo tornati a Kiev per riprendere alcuni aspetti culturali della musica in Ucraina. Avevamo messo un focus sul presidente Zelensky”.
Sean Penn, l’incontro con Zelensky a Kiev
Dopo la prima visita in Ucraina, Sean Penn è tornato nel Paese a febbraio, dove ha avuto modo di incontrare proprio il Presidente Zelensky, in questi giorni di conflitto diventato il simbolo della difesa e dell’orgoglio del popolo ucraino. Il regista ha proseguito raccontando come l’uomo sia diventato per lui un esempio di coraggio: “Poi sono tornato e sono rimasto circa quattro giorni, organizzando anche un incontro con il Presidente. Il giorno successivo al primo incontro è cominciata l’invasione. Sono rimasto scioccato dal livello di unità del Paese, dalla forza e dal coraggio, molto chiaro nello spirito degli ucraini. E nessuno incarna più del presidente queste cose. Averlo potuto incontrare il giorno prima dell’invasione e poi ancora il pomeriggio successivo all’invasione, mi ha mostrato una persona tantissimo amore nel suo cuore per il suo Paese, per la sua gente, per tutto ciò che ha un senso per tutti noi. L’ho visto nei suoi occhi. È stato per me ispirazione”.
Il regista ha poi concluso dicendo che tornerà presto per aiutare i profughi. Nei mesi di lavoro in Ucraina, infatti, la popolazione locale è entrata nel suo cuore e vuole fare il massimo per aiutare chi ha bisogno di una mano: “Tornerò il 28 in Polonia, e forse anche in Ucraina. Cerchiamo di aiutare con aiuti alimentari e dei kit igienici. Cerchiamo di valutare come possiamo essere più produttivi”.