Solo la morte li ferma, la loro. Successe a Brian Jones, nel 1969 a 27 anni e lo scorso anno al batterista Charlie Watts, 80 anni, già pronto a imbarcarsi nel nuovo tour dei Rolling Stones. Tutti e due furono prontamente e immediatamente sostituiti: avanti un altro, lo show non si ferma. In realtà due hanno mollato per sopravvenuta stanchezza e noia. Mick Taylor il chitarrista che sostituì proprio Brian Jones, perché a stare troppo a lungo con gli Stones, negli anni 70, si rischiava la morte. Erano infatti una fabbrica ambulante di droghe pesanti. Bill Wyman, bassista e membro fondatore, lasciò nel 1990 dopo l’ennesimo tour e tutti e due sono ancora vivo.
Ma Mick Jagger e Keith Richards, gli unici due membri originali rimasti no, non si possono fermare anche se ormai sono sulla soglia degli 80 anni anche loro. Saranno a Milano il 21 giugno, allo stadio San Siro, a 16 anni di distanza dall’ultimo concerto milanese e a sei dall’ultimo italiano, tenutosi a Lucca. Nel frattempo hanno superato pandemia e guerre, come quella in Ucraina: niente li ferma. Al proposito, Keith Richards ha detto in una intervista al Corriere della sera che non si sognano neanche di andare a suonare in Russia: “E’ come il Sud Africa dell’apartheid, un posto dove nessuno vuole andarci”. Categorico. Ma suoneranno in mezza Europa, tutti paesi fedelmente legati alla Nato. Il chitarrista, 78 anni, una volta in cima alla lista del prossimo morto per droga, ha smesso di farsi di eroina dal 1978 e adesso, addirittura, annuncia che ha speso anche di fumare normali sigarette e bere alcol: incredibile. Vabbè, ha una certa età…
IL CONCERTO DI SAN SIRO IL 21 GIUGNO
Il tour festeggerà i 60 anni di esistenza dell’inossidabile marchio con la linguaccia: era infatti il 1962 quando un gruppo di ragazzetti maleducati esordirono in uno scalcinato club londinese. Non hanno mai pensato a sciogliersi? “Noi non lo abbiamo mai detto. Lo dicono gli altri. Anche se Rolling Stones ormai è un qualcosa che ha una vita propria. Mi piace l’idea di celebrare questi 60 anni in Europa, sempre che quest’estate ci sia ancora un’Europa”. Anche senza “zio” Charlie”, dice: “Io, Mick e Ronnie ci sentiamo più stretti ora che Charlie se ne è andato. Sono appena tornato dalla Giamaica dove con Mick e Steve abbiamo lavorato a nuovi brani”. Infatti sembra ci sia anche un nuovo disco in arrivo, dopo molti anni. Charlie Watts comunque manca, non era un semplice batterista, era il batterista degli Stones, una timbrica e un ritmo imparagonabili: “Charlie era unico. E per fortuna Steve Jordan, che nel 1992 già collaborava con me e da tempo lo fa con la band, non cerca di suonare come lui. Le prime volte ero scioccato nel non vederlo e con Steve ridevamo: “Pensi che sia lui?”, mi diceva. Ora c’è una dinamica diversa. Siamo una nuova band ma allo stesso tempo restiamo gli Stones”. In America, a Las Vegas, i Maneskin, eroi del nuovo rock italiano, hanno aperto per gli Stones. Si è detto che siano stati scelti personalmente da loro, ma era una bufala.Ogni sera un gruppo diverso apre per gli Stones, scelto dalle case discografiche. Keith Richards non si è manco accorto che erano sul palco: “Non vedo mai le band che aprono i nostri show, ma se fanno rock and roll gli auguro buona fortuna”. Con buona pace dei vari Amadeus. Appuntamento dunque a San Siro il 21 giugno: se esisterà ancora l’Europa, come dice Keith…