Lech Walesa, fondatore e leader di Solidarnosc e vincitore del Premio Nobel per la Pace, ha parlato sulle colonne del “Corriere della Sera”. L’ha fatto in relazione alla guerra in corso in Ucraina avviata dalla Russia di Vladimir Putin, sottolineando che “all’inizio del conflitto avevo proposto un’iniziativa alle Nazioni Unite: si sarebbe potuta istituire una zona umanitaria all’altezza di Leopoli e introdurre unità internazionali per il mantenimento della pace, a protezione dei civili, sia residenti sia in arrivo dalle zone dove si sta combattendo. Invece, si è preferito spostare l’attenzione sui corridoi umanitari da aprire in ogni grande città dell’Ucraina”.
Secondo Lech Walesa, con Putin si dovrebbe colloquiare in un altro modo: “È indispensabile fargli capire che adesso non è il momento di distruggere, ma di costruire. E che la sua volontà di misurarsi con le forze della NATO non ha senso. Putin è imprevedibile e il peggio può ancora accadere, se lo lasciamo continuare a conquistare territori e a uccidere persone. Quello che sta facendo è un nuovo genocidio: vuole ripulire la terra ucraina dagli ucraini”.
LECH WALESA: “PUTIN HA SEMPRE PROVOCATO LA NATO, SIN DALL’INIZIO DEL CONFLITTO”
Nel prosieguo delle sue dichiarazioni rilasciate al “CorSera”, Lech Walesa ha chiarito che la normalizzazione dell’Ucraina “è soltanto una pazzia. Non è improbabile che alcuni dei fedelissimi di Putin gli voltino le spalle per ciò che sta accadendo. Il comportamento di Papa Francesco? È stato molto bello, ma il leader russo è molto determinato, quindi non basta”.
L’attacco a Yavoriv, a 20 chilometri dal confine polacco, è stato un avvertimento alla NATO? “Putin ha sempre provocato la NATO, fin dall’inizio della guerra in Ucraina”, ha osservato Lech Walesa, complimentandosi invece con Volodymyr Zelensky: “Lui è una brava persona. Sta combattendo per l’Ucraina e per tutta l’Europa e spero che questa guerra finisca molto presto e che sia lui a vincerla”.