Sempre più italiani soffrono di narcolessia, una malattia rara a esordio pediatrico caratterizzata da ipersonnia. È importante conoscere i principali sintomi per poter stilare accurati diari di valutazione, considerando che si tratta di una patologia cronica che provoca disabilità. Ricordiamo che è anche riconosciuta dal ministero della Salute con codice RF 0150.
Sono cinque i sintomi che caratterizzano la narcolessia nella sua forma più tipica. Il primo è l’eccessiva sonnolenza diurna, che si manifesta principalmente con attacchi di sonno incoercibili. Poi c’è la cataplessia, ovvero l’improvvisa perdita del tono muscolare generalizzata o parziale. Il terzo sintomo sono le allucinazioni ipnagogiche o ipnopompiche: come evidenziato da narcolessia.org, sono visioni vivide, spesso orrifiche, che si percepiscono all’addormentamento o al risveglio. Infine, la paralisi del sonno (impedimento a muoversi o a parlare temporaneo o breve) e il sonno notturno alterato (frammentazione del sonno con risvegli frequenti e prolungati).
Cos’è la narcolessia?
Gli esperti sottolineano che questi cinque sintomi della narcolessia non sono sempre presenti e alcuni di questi, soprattutto nei soggetti pediatrici, possono presentarsi in modalità specifiche. La patologia insorge tipicamente nell’età infantile-puberale e la causa di questa malattia è la distruzione dei neuroni che producono oxerina localizzati nella parte laterale dell’ipotalamo. Il danno è causato da un mix di fatto genetici e ambientali, basti pensare alle infezioni virali. Da questo punto di vista, il Covid influisce in maniera significativa.
Uno dei principali problemi legati alla narcolessia è il ritardo diagnostico, con il conseguente mancato riconoscimento della patologia. Ciò causa un ostacolo significativo, poiché il paziente non viene curato affatto o riceve trattamenti per patologie che non ha. La narcolessia, come confermato dal professor Nobili ai microfoni del Corriere della Sera, spesso viene confusa con epilessia, malattie psichiatriche, encefalite, disturbo da deficit di attenzione, depressione, addirittura con malattie muscolari degenerative. Quali sono le terapie per guarire? Purtroppo si tratta di una patologia irreversibile, è impossibile guarire, ma esistono farmaci in grado di migliorare la qualità della vita. La strategia non farmacologia più efficace è costituita da brevi sonnellini ristoratori: «Sono strategici e possono essere estremamente efficaci. Per ogni paziente va stabilito ritmo e durata, in base anche alle possibilità di effettuarli» suggerisce Nobili.