Ci sono la sfortuna, le assenze pesanti, il cumulo degli errori passati, l’appagamento dopo la vittoria agli europei, il rilassamento di campioni che danno tutto per scontato. E ci sono pure gli errori nella formazione messa in campo da Roberto Mancini, che nelle ultime partite della nazionale non ne ha più azzeccata una.
Ma la chiave della gara di ieri sera che ha negato all’Italia, per la seconda volta di fila, la partecipazione ai mondiali di calcio è molto semplice. “Io penso che per segnare bisogna tirare in porta”, diceva Vujadin Boskov, grande allenatore che veniva dalla Serbia, un Paese non molto lontano dalla Macedonia del Nord, e che di calcio la sapeva lunga proprio come i gladiatori rossi che ieri sera ci hanno infilzato senza pietà in pieno recupero. Macedonia un tiro in porta un gol, Italia zero tiri in porta e il torneo iridato in Qatar rimane un sogno. A meno che non si voglia considerare un tiro il colpetto dato da Berardi al pallone regalatogli dall’errore del portiere nell’unica vera occasione azzurra dell’intera partita. Per il resto, tutte le minacce portate alla rete della Macedonia sono state indirizzate fuori dai pali o sono andate a sbattere contro il muro eretto dai difensori balcanici.
Gran daffare a centrocampo, tanto possesso della palla, un pesante affannarsi a fare tictoc, ma enorme confusione e gente fuori posto: ad appena nove mesi dalla vittoria agli Europei, questi sono gli azzurri di oggi. Senza idee e senza nerbo. “Non siamo stati presuntuosi”, si è difeso il povero Chiellini, entrato in campo giusto il tempo per vedere la palla finire nella rete di Donnarumma. Sarebbe stato meglio sfoderare un po’ di presunzione, perché l’alternativa è molto più deprimente: purtroppo l’Italia è stata semplicemente scarsa. Un’Italia senza fame, senza vigore agonistico, senza lucidità al momento di concretizzare. Nessun salto di qualità dal tristissimo pareggio di novembre con l’Irlanda del Nord che ci ha costretto a questi tragici spareggi.
Si è spento pure lo stellone che tante altre volte ci ha salvato con un golletto di rapina. Il ciuffo di Mancini si è ammosciato, tradito da scelte sbagliate e da giocatori fuori fase. Quattro anni e mezzo fa il povero Giampiero Ventura fu massacrato per avere mancato la qualificazione ai mondiali di Russia. Fu dimissionato dopo due giorni. Chissà se dopo il disastro di ieri la storia si ripeterà.
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