Prosegue la guerra in Ucraina, gli italiani stanno con Zelensky. I sondaggi politici di Termometro Politico hanno analizzato il sentiment sull’invasione russa e un italiano su due è schierato dalla parte del presiente ucraino: per il 12,6% è un leader dalle qualità eccezionali, da ammirare e da cui prendere esempio, mentre per il 37,4% è un normale politico che le circostanze eccezionali hanno costretto in una situazione difficile. “È da sostenere”, dunque. Per il 19,5%, invece, non è un vero democratico, usa il popolo e non è meglio di Putin. Per il 22,8% Zelensky è una pedina degli Usa, di cui fa gli interessi. Il restante 7,7% non ha risposto al quesito.
I sondaggi politici di TP hanno poi fatto il punto della situazione sulla crisi umanitaria. Per il 52% va dato ai profughi ucraini maggiore sostegno rispetto a quelli di altra provenienza: per il 40% loro fuggono veramente dalla guerra, mentre per il 12% hanno cultura, usi e costumi più simili ai nostri, e dunque si possono integrare meglio. Per il 36% dovremmo accogliere tutti gli immigrati allo stesso modo, mentre solo il 7,6% non dovremmo accogliere nessuno. Per lo 0,9% coloro che arrivano sui barcani hanno più bisogno degli ucraini, il restante 3,5% non ha commentato.
SONDAGGI POLITICI: I DATI SULLA CRISI IN UCRAINA
Come andrà a finire la guerra in Ucraina? I sondaggi politici di Termometro Politico ci rivelano che gli italiani hanno le idee abbastanza chiare. Per il 63,1% ci sarà un compromesso per cui l’Ucraina accetterà di essere neutrale e riconoscerà Crimea come russa e l’indipendenza del Donbass. Per il 4,1% degli intervistati la Russia occuperà l’Ucraina e l’annetterà, mentre per il 14,1% la Russia conquisterà una parte dell’Ucraina, ma non la maggioranza del Paese. Per il 3,7% degli italiani Kiev riuscirà a respingere la Russia e la costringerà a tornare allo status quo precedente all’invasione. Appena per lo 0,9% l’Ucraina respingerà la Russia e riconquisterà Crimea e Donbass, mentre il 7,7% teme lo scenario peggiore: il conflitto si espanderà coinvolgendo anche altri Paesi vicini e forse l’Europa e la Nato, con il rischio di una guerra nucleare. Il restante 6,2% ha preferito non rispondere al quesito.