IL “NIET” DI ENI SUL PAGAMENTO IN RUBLI DEL GAS RUSSO
Dopo l’annuncio negli scorsi giorni dell’intenzione di far pagare il gas della Russia in rubli e non più in euro viene ora confermato dallo stesso Vladimir PutinFrancia, Ungheria, Germania e dalla stessa Italia, ora è l’Eni a reagire al Cremlino smentendo l’operazione rublo per il pagamento del gas russo.
«L’Eni non pagherà il gas russo in rubli», a dirlo è l’amministratore delegato del colosso energetico italiano, Claudio Descalzi, raggiunto da Bloomberg in un panel a Dubai. «Eni non ha rubli; i contratti prevedono il pagamento del carburante in euro e i contratti dovrebbero essere modificati per cambiare i termini», ha ribadito Descalzi sottolineando come ora l’Europa «dovrebbe guardare all’Africa per più forniture di gas». Mentre l’Europa cerca di accelerare i processi di “diversificazione” delle fonti primarie di gas, l’Eni spiega nel dettaglio perché il pagamento con la moneta russa non può che provocare ulteriori problemi sul fronte economico e commerciale: «La richiesta della Russia di esportare il suo gas naturale essere pagato in rubli è un problema per i mercati energetici perché sta causando volatilità nei prezzi ed è molto difficile pagare quella valuta». Secondo Descalzi, in conclusione, «L’Europa non ha proprie risorse energetiche e non ha sufficiente capacità di rigassificazione del GNL per soddisfare la richiesta. L’Europa è una scatola vuota quando si tratta di energia».
PUTIN INSISTE: “PAGAMENTO GAS IN RUBLI, MISURE ENTRO IL 31 MARZO”
Mosca però resta “sorda” alle invettive europee contro il “caso-rublo”: Putin ha infatti ordinato al Governo, a Gazprom e alla Banca Centrale russa di attuare entro il 31 marzo tutte le disposizioni che prevedono l’uso del rublo per i pagamenti nelle forniture di gas «ai Paesi ostili», come riferisce il comunicato ufficiale del Cremlino. Tali Paesi riguardano tutti coloro che hanno adottato sanzioni verso la Russia per la guerra in Ucraina, dunque l’Europa è interamente compresa in essi: «fornire merci russe all’Ue e agli Stati Uniti e ricevere pagamenti in dollari ed euro non ha alcun senso per noi», avrebbe spiegato lo stesso Putin al sito russo “Kommersant”. Putin ha poi concluso che la Russia proseguirà nel fornire gas «in base ai volumi e secondo i principi di tariffazione conclusi nei contratti». I ‘niet’ di Macron, Orban e Scholz restano però sullo sfondo, con l’Europa unita nel non voler accettare il ricatto di Mosca: lo stesso Mario Draghi, prima dei vertici Consiglio Europeo-Nato-G7 lo scorso 24 marzo, rifletteva così, «pagamento in rubli? Questa è una violazione contrattuale. Quindi i contratti sono considerati violati se questa clausola viene applicata».