PIGI BATTISTA: “PARTIGIANI DI OGGI SONO USURPATORI”
«Anpi? I partigiani di oggi sono del usurpatori»: come si suol dire in gergo giornalistico di bassa lega, Pigi Battista ‘la tocca piano’ sulla polemica politica della settimana nel mare-magnum della sinistra, Le posizioni dell’Associazione Nazionale Partigiani Italiani in merito alla guerra in Ucraina – con il netto distinguo “né con Putin, né con Zelensky, contro la Nato” – hanno diviso i partiti del centrosinistra, non da ultimo il Pd (come ne parliamo in questo focus).
Il giornalista e scrittore – ex Corriere della Sera oggi editorialista sull’Huffington Post – non ci sta all’analisi offerta dai partigiani e nell’intervista a “Libero Quotidiano” si scaglia con fermezza: «Le posizioni dell’Anpi sulla guerra russo-ucraina hanno lo stesso valore d’un comunicato di qualche centro sociale, tipo Askatasuna, o di qualsiasi associazione No-tav». L’equidistanza da Mosca e Kiev non convince affatto Pigi Battista che infatti contesta al presidente nazionale Anpi Gianfranco Pagliarulo «nessuno di noi due ha rischiato la pelle per la libertà dell’Italia. Quindi lui dica quello che vuole, ci mancherebbe, ma non pretenda di dirlo a nome della resistenza».
I RICATTI MORALI DELL’ANPI DENUNCIATI DA BATTISTA
Viva la libertà di parola e di stampa sempre, lo ricorda lo stesso Pigi Battista di sicuro tra i più liberali in Italia tra i giornalisti “mainstream”: però occorre non farsi distrarre dall’opinione della mentalità comune che vede nei partigiani dell’Anpi un simbolo di continuità della Resistenza senza se e senza ma. Spiega ancora Battista a “Libero” come «esistono enti che coltivano la ricerca e gli studi sulla memoria partigiana, come l’Istituto storico della resistenza; e poi ci sono quelli dell’Anpi che dietro la loro sigla esercitano una specie di ricatto morale intervenendo nel dibattito pubblico con moniti e scomuniche, o con omissioni abbastanza gravi». Il giornalista contesta tanto l’equidistanza da Putin e Zelensky quanto soprattutto il parlarne “a nome dei partigiani” d’Italia: l’Anpi, pur quando era una istituzione “seria” secondo Pigi Battista, «non ha mai rappresentato tutti i partigiani fin dalla scissione dei liberali e dei democristiani nel 1947». Scagliandosi contro la componente solo comunista della Resistenza, l’ex cronista del CorSera conclude il suo pensiero, «Partigiani erano il cattolico Paolo Emio Taviani e Edgardo Sogno che nel Dopoguerra hanno dato vita a Gladio per proteggere l’Italia da un’eventuale invasione sovietica; partigiani erano Guido Pasolini, ammazzato dalla Brigata comunista Garibaldi, e Francesco De Gregori, lo zio del cantautore, ucciso con lui a Porzus. Loro per me erano dalla parte giusta della storia». C’è un motivo per cui Zelensky parlando al Parlamento italiano non ha citato l’esempio della Resistenza italiana durante la Seconda Guerra Mondiale come possibile paragone all’attuale guerra in Ucraina: «nella storiografia internazionale la resistenza italiana ha un peso vicino allo zero, irrilevante. […] La vera resistenza al nazifascismo l’hanno fatta gli Alleati con il sostegno mi-noritario di una guerriglia italiana. A differenza che in Ucraina, dove in mancanza di resistenti Putin avrebbe già vinto, in Italia non si può dire che senza la resistenza Hitler avrebbe prevalso. La libertà ha trionfato grazie agli americani».