LA RISPOSTA DELL’EUROPA ALL’ULTIMATUM DI PUTIN
Sono ore febbrili in Europa dopo l’ultimatum-minaccia del Cremlino con il decreto firmato da Putin: «o i rubli o fermiamo i rubinetti», una svolta clamorosa nella già complicata crisi energetica mondiale.
Ebbene, all’interno del Decreto legge approvato dal Cremlino vi sarebbe un passaggio che potrebbe consentire ai “Paesi ostili” – la lista è cresciuta in queste ore (Ue, Usa, Australia, Albania, Andorra, Regno Unito, Islanda, Canada, Liechtenstein, Micronesia, Monaco, Nuova Zelanda, Norvegia, Repubblica di Corea, San Marino, Macedonia del Nord, Singapore, USA, Taiwan, Ucraina, Montenegro, Svizzera e Giappone) – di continuare a pagare con Euro o dollari. Come? In pratica Gazprombank aprirà conti speciali in valuta russa per gli acquirenti dei Paesi sanzionatori della Russia: così, l’Europa potrà pagare in euro mentre la Russia riceverà in valuta locale corrente, cioè il rublo. Il cancelliere tedesco Scholz ha voluto comunque rispondere per le rime a Putin, dopo che solo 24 ore prima gli era stato garantito la prosecuzione del contratto sul gas russo in euro: «Ho chiarito nella telefonata con Putin che rimarrà così. Le imprese potranno pagare, vorranno pagare e pagheranno in euro». In serata ci sarà una telefonata urgente tra Draghi e lo stesso Scholz per provare a capire quale tipo di azione intraprendere a questo punto, specie nel cercare di “leggere” nel Decreto russo andando oltre l’ultimatum molto mediatico lanciato dal Cremlino. «L’Italia sui pagamenti del gas russo applicherà le linee concordate a livello europeo, ma al momento non c’è ancora un’interpretazione finale del provvedimento annunciato da Putin», fa sapere una nota alle agenzie di Palazzo Chigi, che aggiunge «la Commissione europea sta studiando i vari aspetti interpretativi delle misure del Cremlino e che al momento i pagamenti si possono continuare a effettuare in euro e in rubli». Commentando il nuovo decreto del Cremlino, il Ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani fa sapere in serata «Con l’Unione Europea per una risposta univoca e ferma a Putin. L’attività del Paese va avanti anche con lo stop del gas russo».
PUTIN FIRMA DECRETO SUL GAS: “PAESI OSTILI APRANO CONTI IN RUBLI”
Nel giro di 24 ore potrebbe essere cambiato tutto, e in peggio: il Presidente Vladimir Putin ha appena firmato un decreto sul pagamento in rubli delle forniture di gas contro i “Paesi ostili”, ovvero tutta l’area dell’Occidente che ha azionato sanzioni economiche contro la Russia. Di fatto, l’esatto opposto di quanto solo ieri lo stesso Cremlino aveva garantito nelle telefonate tanto con il Premier Mario Draghi quanto al cancelliere tedesco Olaf Scholz.
«Offriamo alle controparti di tali Paesi (ostili) uno schema chiaro e trasparente: per acquistare gas naturale russo, devono aprire conti in rubli nelle banche russe a partire da domani», ha detto Putin a margine di un incontro con l’aviazione russa, «i contratti esistenti per la fornitura di gas saranno interrotti se gli acquirenti provenienti da Paesi ostili non adempiranno ai nuovi termini di pagamento». Il discorso del Presidente russo è durissimo e allontana la possibilità di pagare in Euro – come prevedono i contratti vigenti – per i Paesi europei: «Se questi pagamenti non avverranno, lo considereremo un default da parte dei compratori, con tutte le conseguenze del caso. Nessuno vende niente gratis e non faremo la carità, i contratti esistenti saranno bloccati». Putin ha poi cercato di porre una divisione tra Europa e Stati Uniti, accusando i secondi e allarmando i primi spiegando come potrebbe esserci il rischio di una «deindustrializzazione su larga scala, con la perdita di milioni di posti di lavoro in Europa».
FRANCIA-GERMANIA VERSO STOP IMPORT GAS RUSSIA, L’ITALIA…
Come poi riporta l’agenzia russa Tass, Putin ha concluso l’annuncio sulle pesanti e ingenti novità del commercio di gas sottolineando «il pagamento del gas in rubli è un passo verso la sovranità finanziaria della Russia».
Di colpo ora l’Europa, fino a ieri “rassicurata” dal Cremlino di una tempistica più lunga sul nodo gas-rublo, si ritrova in una posizione di deciso ultimatum: come ha ben spiegato il Presidente del Consiglio Mario Draghi nella recente conferenza stampa con la Stampa Estera, «l’Europa importa il 70% del gas mondiale, dunque la Russia non può venderlo a nessun altro che a noi: se loro però ci chiudessero i rubinetti? Ecco, bisogna superare i timori di una risposta russa: per ridurre i finanziamenti a Mosca occorre abbassare il prezzo del gas, siccome non possiamo rinunciare immediatamente al gas serve abbassarlo». Prima l’annuncio russo, il cancelliere Scholz ha commentato che la Germania verificando i contratti conferma «C’è scritto che si paga in euro. E ho chiarito nella telefonata che rimarrà così. Nonostante le minacce le imprese potranno pagare, vorranno pagare e pagheranno in euro». Lo stesso Draghi questa mattina aveva tenuto la medesima linea: «Vi riferisco le parole del presidente Putin: i contratti esistenti rimangono in vigore così come sono, in dollari o in euro». Ora però sembra cambiare tutto per l’ennesima volta, con il solo annuncio del decreto firmato da Putin che ha fatto schizzare i prezzi del gas sulla piazza olandese (+8% a 127 euro). Resta dunque da capire ora quali saranno le reazioni – o la reazione compatta – dell’Unione Europea, visto che in teoria da domani 1 aprile senza pagare in rubli il gas i rubinetti verso l’Ue potrebbero essere chiusi. Al momento le prime reazioni a caldo arrivano da Francia e Germania che si dicono pronte a bloccare le forniture di gas dalla Russia: «Potrebbe esserci una situazione in cui domani, in circostanze particolari, non ci sarà più il gas russo. Sta a noi prepararci a questi scenari e ci stiamo preparando», spiegano in conferenza stampa congiunta i Ministri dell’Economia Le Maire e Habeck. E l’Italia?