CAOS GAS RUSSIA: L’UE PUÒ PAGARE IN EURO (E NON IN RUBLI), ECCO COME
Comprendere le ripercussioni e i dettagli tecnici degli annunci di Vladimir Putin sul fronte gas non è affatto semplice e anche i tecnici dell’Unione Europea ci hanno messo più di un giorno per leggere tra le righe del Decreto firmato ieri che suonava come una vera e propria minaccia di staccare i rubinetti del gas russo verso l’Europa.
Ricapitoliamo per capire meglio l’evoluzione di questo primo giorno d’aprile, in teoria la giornata da cui parte l’imposizione del Cremlino al pagamento in rubli delle forniture di gas per i Paesi esteri considerati “ostili” per le sanzioni comminate contro Mosca. Dopo una serie di rassicurazioni fatte a Macron, Draghi e Scholz, il Presidente Putin il 31 marzo firma all’improvviso (in realtà lo aveva già minacciato la scorsa settimana) un decreto che impone dal 1 aprile il pagamento in rubli e non più in euro delle forniture di gas. Con un intervento pubblico aggiunge poi il “carico”: «Offriamo alle controparti di tali Paesi (ostili) uno schema chiaro e trasparente: per acquistare gas naturale russo, devono aprire conti in rubli nelle banche russe a partire da domani (oggi, ndr). Se questi pagamenti non avverranno, lo considereremo un default da parte dei compratori, con tutte le conseguenze del caso. Nessuno vende niente gratis e non faremo la carità, i contratti esistenti saranno bloccati». Ecco che si scatena il panico in Europa, i prezzi del gas schizzano verso l’alto e il fosco presagio di gas russo improvvisamente “staccato” per i Paesi Ue diventa quasi realtà (ricordiamo che il 74% delle importazioni di gas dalla Russia va in Europa). Italia e Germania confermano però, contestando il decreto di Putin, che il pagamento continuerà in euro o dollari seguendo i contratti già stipulati. Dunque chi la spunta nel braccio di ferro sul gas? Tutti e nessuno, è la risposta in arrivo dall’Ue dopo 24 ore dall’annuncio di Putin. Il decreto del Cremlino relativo al gas permette ai “Paesi ostili” di continuare a pagare il gas naturale in valuta straniera tramite una banca russa (Gazprombank, ndr) che convertirà il denaro in rubli: ad annunciarlo il Cremlino stesso tramite agenzia di stampa russa Ria Novosti. In sostanza, per acquistare il gas «i compratori dovranno aprire due conti, uno in valuta straniera e uno in rubli, presso una banca russa designata che effettuerà quindi la conversione».
“STOP GAZPROM SU GASDOTTO YAMAL”, MA È FALSO ALLARME (PER ORA)
Il Governo russo spiega poi che il pagamento gas in rubli potrà essere revocabile in futuro: nei fatti però, al momento, non cambia nulla per i compratori stranieri in quanto continueranno a versare pagamenti in euro e poi saranno scambiati da Gazprombank in rubli, come già avveniva per diversi altri commerci tra Russia e Ue. Secondo diversi analisti mondiali, la mossa della Russia serviva a “salvare la faccia” facendo risultare che i pagamenti siano effettivamente in rubli e dunque ponendo il braccio di ferro contro le sanzioni occidentali: il Financial Times inoltre spiega come Putin abbia voluto cercare di garantire la posizione di Gazprombank «come mediatore dei pagamenti per il gas». La banca russa è attualmente una delle poche a non essere stata colpita dalle sanzioni dell’Occidente, proprio perché responsabile degli scambi sui pagamenti per il metano.
Gli effetti sui mercati saranno limitati e nei fatti si potrà per il momento continuare con lo schema di pagamenti e forniture viste prima della guerra in Ucraina. Stamane poi un altro allarme sul gas è stato immediatamente smentito dalla stessa Gazprom: si era infatti diffusa la notizia dell’interruzione di flussi nel gasdotto Yamal-Europe facendo di fatto rimanere attivo l’unico altro gasdotto a pieno regime, il Nord-Stream. In realtà era in corso solo un’inversione di flussi, ripresa regolarmente subito dopo in direzione Ovest: «Ci saranno 104,4 milioni di metri cubi di gas ‘pompati’ in Europa venerdì», spiega il portavoce di Gazprom Sergey Kupriyanov. Il gas continuerà a passare nel gasdotto Yemal anche su suolo Ucraina, nonostante la guerra: non solo, ciò significa che il pieno regime garantito da Gazprom farà arrivare in Europa il gas nonostante il diktat di Mosca sul pagamento in rubli. I Paesi europei sono legati a doppie mani alla Russia per le forniture di gas, ma l’evoluzione di queste ultime ore fa ben capire che anche Putin è “costretto” a commerciare gas in Europa, l’unico vero grande compratore in circolazione.