Quanto meno una azione che dimostra incredibile coraggio e capacità militari, quella con la quale due elicotteri delle forze armate ucraine hanno colpito un deposito petrolifero a Belgorod, in territorio russo, a circa 30 chilometri dal confine e a poco più di 50 dalla città di Kharkiv sotto assedio da settimane. Due Mi-24 di fabbricazione russa, volando bassi sul terreno in modo da non farsi vedere dalle difese aeree, hanno centrato un deposito che ha preso fuoco, incendiando ben otto serbatoi. Sarebbero morti anche quattro soldati russi. Tre giorni prima altri elicotteri avevano colpito un deposito militare sempre a Belgorod.
“Sicuramente una operazione significativa” ci ha detto il generale Marco Bertolini, già comandante del Comando operativo di vertice interforze e della Brigata Folgore in numerosi teatri di guerra, dalla Somalia al Kosovo e all’Afghanistan “ma che non ha grande valenza militare, non è certo l’incendio di un deposito di petrolio a danneggiare la Russia”.
L’attacco al deposito petrolifero di Belgorod sarebbe la prima sortita documentata e quindi ufficializzata da parte ucraina in territorio russo. A questo punto della guerra nessuno si aspettava una azione del genere da parte ucraina.
Se si tratta della prima volta che le forze ucraine entrano in territorio russo non lo possiamo sapere, ci possono essere stati altri tentativi non filmati come successo in questo caso o comunque non resi noti per ovvi motivi. Sappiamo bene come da entrambe le parti le informazioni siano molto, per così dire, ben selezionate. È stato un atto certamente significativo, un colpo anche di grande impatto mediatico perché le immagini hanno fatto il giro del mondo.
Significa anche che non è vero, come si è sempre detto dall’inizio delle ostilità, che lo spazio aereo sia del tutto in mano russa?
Bisogna fare un distinguo importante. Quando si parla di impiego di elicotteri in guerra si corre sempre il rischio di cadere in un malinteso.
Quale?
Gli elicotteri sono da considerare un mezzo terrestre, specialmente quelli che volano a bassissima quota per non farsi intercettare dalla difesa aerea adeguandosi alla morfologia del terreno. Sono mezzi terrestri particolarmente veloci ma sempre terrestri. Il fatto che sia riuscita quest’azione non sta a significare che i russi non abbiano il controllo dello spazio aereo.
Però può significare che gli ucraini sono ancora in grado di combattere?
Sta a significare che gli ucraini hanno dei mezzi e dei piloti obiettivamente in grado di portare a termini azioni come questa, che però, concettualmente, è stata una operazione terrestre.
Dal punto di vista del valore militare colpire un deposito di petrolio non ha certo particolare valenza. Può averne dal punto di vista propagandistico? Dimostrare ai russi che l’Ucraina è ancora in grado di combattere?
Direi di sì. Siamo in un momento di fase pre-negoziale nel quale ogni azione che viene fatta ha una conseguenza sul piano delle trattative.
I russi infatti hanno detto che questa azione inciderà sulle trattative: in che senso?
È inevitabile: i russi non possono far finta di niente. Quello che potrà succedere è che cercheranno di alzare la posta unendo questo episodio alle loro conquiste in Ucraina prima di arrivare al negoziato vero e proprio.
Colpire in territorio russo può dare a Putin una ulteriore motivazione per giustificare l’intervento russo?
Sì, si tratterebbe di attacco a un altro Paese, e potrebbe alzare notevolmente i termini dell’escalation.
Viene spontaneo chiedersi come mai gli ucraini non abbiamo fatto azioni analoghe in precedenza, ad esempio quando sono stati attaccati, anche solo come effetto dimostrativo sull’opinione pubblica russa.
È vero che un missile si può sempre lanciare, ma nel momento dell’attacco l’esercito ucraino era concentrato essenzialmente nel fermare l’avanzata russa. Colpire le retrovie o addirittura il territorio russo sarebbe stata una cosa importante ma dal punto di vista della priorità certamente successiva a fermare l’attacco. I missili a disposizione o i mezzi come gli elicotteri li utilizzavano contro le unità di fanteria.
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