Pietro Diomede e la battuta su Carol Maltesi
Il comico Pietro Diomede non si pentito per la battuta su Carol Maltesi, la ragazza di Borno fatta a pezzi dal suo compagno. Una battuta quella fatta dal comico di Zelig che aveva sollevato numerose polemiche e critiche in rete. Anche Alessandro Gassmann si era scagliato contro di lui scrivendo sui social: “Io penso che lei rappresenti a pieno, il gradino più basso e repellente della specie umana”. Il comico in un’intervista a Fanpage non si è scusato per la battuta offensiva ma anzi ha spiegato che la rifarebbe. Una dichiarazione che potrebbe apparire coraggiosa se non fosse che il comico ha scherzato sulla pelle di una ragazza che è stata fatta a pezzi dal suo compagno. Pietro Diomede si è così giustificato: “Io con la mia cifra stilistica faccio umorismo su questa cosa e credo di aver fatto battute su argomenti peggiori. Il mio obiettivo non era offendere. La battuta era sul fatto che una pornostar fosse stata riconosciuta dai tatuaggi”.
Nessuna retromarcia: “No, della mia battuta non chiedo scusa. Quando pubblico sono consapevole che farà male e che potrebbe creare delle conseguenze. Soprattutto non chiedo scusa perché lo chiede Alessandro Gassmann. Il mio obiettivo non era offendere”. Dopo il suo tweet infelice, il comico è stato escluso dal cast dei comici che avrebbero fatto parte dei prossimi spettacoli dello Zelig di Milano. Secondo il comico però anche lo Zelig avrebbe avuto un ritorno in termini di immagine e popolarità: “Io credo che il problema non sia la battuta: diciamo che ci siamo fatti tutti una bella pubblicità, sia io che Zelig. Di mattina era in tendenza (su Twitter, ndr) Zelig, il pomeriggio io. Uno a uno, palla al centro”. Pietro Diomede ha ammesso che tornando indietro rifarebbe la battuta e aggiunge: “Sì, ma un po’ più fine”.
Pietro Diomede si difende: “Ho letto la notizia com’era riportata e…”
Pietro Diomede ha suscitato indignazione per la sua battuta su Carol Maltesi. Il comico nell’intervista a Fanpage chiarisce come è nata quella battuta infelice: “Ho letto la notizia e soprattutto com’era scritta e riportata, evidenziando tre elementi: che era una pornostar, solo il nome da pornostar o il suo ma non quello dell’assassino, e che l’unica cosa riconoscibile fossero i tatuaggi. L’idea era quella, se fosse morta Cicciolina, se fosse morto Siffredi da cosa li riconoscevi? Dai tatuaggi? No”. In passato però Pietro Diomede aveva preso di mira anche Napoli e i napoletani. Anche in quel caso il comico non si è mai pentito e anzi ha spiegato: “Le mie battute si basano su luoghi comuni che tutta l’Italia ha. Se uno legge le mie battute, io tratto i napoletani, i leghisti, i siciliani, i veneti e i piemontesi nella stessa misura. Poi per i napoletani è un altro discorso, probabilmente essendo più permalosi, quel tipo di reazione suscita più clamore”.
Il direttore artistico dello Zelig aveva richiesto la cancellazione della partecipazione del comico dopo il tweet su Carol Maltesi spiegando che si trattava di una questione di buon gusto. Pietro Diomede però si è tolto qualche sassolino dalla scarpa in relazione al comportamento di Giancarlo Bozzo: “L’unica cosa che mi ha dato fastidio è che poi ha pubblicato un post a proposito di Pietro Diomede e ha pubblicizzato l’evento, elencando i ragazzi che si sarebbero esibiti al posto mio. Quella è una cosa che avrebbe potuto evitare, per il buon gusto, eh, solo per quello, visto che parliamo di buon gusto. Però il capo è lui”.