410 milioni di euro di antivirali Covid restano nei frigoriferi italiani, in attesa di poter essere somministrati a chi ne ha bisogno. Un importo immenso, per un totale complessivo di quasi 600mila dosi: come si è giunti a questa situazione kafkiana? Ad approfondire l’argomento sull’edizione in edicola oggi è “Il Fatto Quotidiano”, che sottolinea come la burocratizzazione dell’iter di erogazione delle cure al paziente abbia complicato tutto il quadro. In tal senso si sono espressi anche i medici di famiglia, per bocca del presidente della federazione nazionale degli Ordini dei Medici, Filippo Anelli: “La cosa più logica, visti anche gli alti costi di questi farmaci, sarebbe stata quella di gestirne la distribuzione direttamente sul territorio”.
Effettivamente, si legge nel servizio pubblicato, attualmente i medici di base non possono prescrivere i tre antivirali e le farmacie non possono dispensarli. Tutto passa “attraverso gli ospedali, tra gli specialisti infettivologi e pneumologi che devono fare le prescrizioni e le farmacie ospedaliere dove bisogna ritirarli”. Il nocciolo della questione, tuttavia, risiede nel fatto che “la terapia deve essere pressoché immediata, affinché abbia efficacia. E invece il percorso di erogazione stabilito da Aifa, l’Agenzia nazionale del farmaco, rende tutto più difficile. Basti ricordare che in tre mesi, dall’inizio dell’anno, le terapie con i tre antivirali non sono state nemmeno 108mila a fronte di oltre 8,2 milioni di nuovi casi”.
ANTIVIRALI COVID FERMI NEI FRIGO IN ITALIA: I COSTI
Gli antivirali Covid, com’è noto, sono destinati in primis ai soggetti più fragili e servono a stoppare l’evoluzione della malattia in una forma severa, che può persino condurre al ricovero in terapia intensiva o al decesso. Il “Fatto Quotidiano” evidenzia che “un ciclo di trattamento con il Remdesivir prevede sei fiale per un totale di 5 giorni. La casa farmaceutica che lo ha sviluppato, la Gilead Sciences, non ha imposto la clausola di riservatezza sul prezzo concordato”.
In Italia il trattamento viene a costare, solo per quanto riguarda il farmaco, “oltre 2.000 euro. Diverso il discorso per il Paxlovid. Un ciclo terapeutico costa tra i 600 e i 700 euro. Per quanto riguarda infine il Lagevrio, il cui principio attivo è il Molnupiravir, viene distribuito in confezioni da 40 compresse. Negli Usa ogni confezione viene venduta a 530 dollari, pari a circa 480 euro”.