Liliana Resinovich avrebbe assunto dei farmaci prima di morire: sono state trovate infatti tracce di due farmaci, tachipirina e aspirina. Per il marito “è un mistero”, perché la moglie raramente assumeva medicinali. “Può essere che li abbia presi a mia insaputa la mattina o la sera prima di andare a dormire, ma mi sembra strano. Certamente ha sempre avuto cura di sé, mi diceva di vestirmi meglio, lei curava tutto di sé”, ha dichiarato Sebastiano Visintin nell’intervista rilasciata a Quarto Grado.
“Non mi ha mai informato se prendeva qualche farmaco. Io consumavo aspirine, lei aveva raramente problemi di mal di testa. Quando capitava si metteva a letto a riposare”, ha proseguito il marito di Lilly. In merito invece al prelievo di Dna del vicino, un ex carabiniere, il vedovo ha spiegato: “Noi avevamo un ottimo rapporto. Erano i miei migliori amici. Quando si viaggiava, si sedeva in macchina con me e Lilly con la moglie. Ci si confidava e raccontava”. Ma l’atteggiamento del vicino è cambiato dopo la scomparsa di Liliana Resinovich: “Sono rimasto allibito”.
“NON RICORDO COSA HA MANGIATO QUEL GIORNO…”
Tra le tracce nel corpo di Liliana Resinovich ci sono anche quelle di uvetta. Ma il marito Sebastiano Visintin non sa dire se abbia mangiato il panettone la sera prima o la mattina stessa della scomparsa. “Mi stai facendo una domanda a cui non so risponderti. Ognuno aveva un modo di mangiare diverso, chi prima e chi dopo. C’era sempre un po’ di panettone”, ha spiegato lui. Allora Gianluigi Nuzzi, un po’ stupito, gli ha chiesto se non mangiassero mai insieme visto che non sapeva cosa avesse mangiato la moglie a cena e a colazione.
“Mangiavamo insieme, ma ricordarmi esattamente cosa abbiamo fatto quel giorno… Non lo so, ero di fretta. Lei aveva il tè ancora caldo. Le ho detto che andavo avanti, che bevevo il mio caffè e l’ho lasciata”. Tornando alla questione farmaci, si è detto stupito del fatto che la moglie avesse assunto tachipirina o aspirina. Sulla famiglia ha ribadito che c’era un legame molto forte. “Non riesco a capire come questa cosa si sia trasformata in qualcosa di diverso. Per me erano le persone più preziose che avevamo”, ha concluso Sebastiano Visintin.