Siamo alle soglie di un aggravarsi della crisi dei semiconduttori? Secondo gli analisti, la guerra in Ucraina produrrà un forte impatto sulla carenza di chip e sui prezzi del materiale necessario alla produzione dei dispositivi hi-tech. Non è escluso che l’aggressione da parte russa abbia un’influenza diretta sul comportamento della Cina: Pechino ambisce a far sua l’industria di Taiwan, che garantisce il 20% dei semiconduttori a livello globale.
“Gli eventi dell’ultima settimana determineranno un incremento dei prezzi dell’energia”, ha detto Dale Ford, analista capo della Electronic Components Industry Association. “Non possiamo ignorare ciò che sta accadendo in Ucraina e Russia, e le implicazioni globali che ha per la catena di approvvigionamento dei chip”. In un dibattito online organizzato dalla Semiconductor Industry Association (Sia), Ford ha spiegato la sua visione: “Se è vero che l’Ucraina e la Russia non sono grandi produttori o consumatori di elettronica, giocano però un ruolo critico nello spazio energetico e nei prezzi delle materie prime. L’impatto indiretto che il conflitto avrà attraverso i sistemi finanziari mondiali e le catene di approvvigionamento in generale è molto significativo, e non può essere ignorato. Se la Cina ora usa questa invasione russa come pretesto per muoversi su Taiwan, la crisi diventerà ancora più grave per i mercati occidentali delle tecnologie di consumo.
L’economista capo della National Association of Manufacturers, Chad Montray, ha aggiunto: “Gli eventi in Russia e Ucraina pongono un notevole rischio al ribasso per la crescita globale, che potrebbe avere un impatto sulle prospettive future, anche se la portata di questa minaccia dipenderà da ciò che accadrà nei prossimi giorni e settimane”.
Roger Entner, analista di Recon Analytics, si è soffermato sulle sanzioni, che dovrebbero essere in grado di scoraggiare anche i cinesi. “Le misure sono massicce, senza precedenti, e dimostrano che siamo disposti a fare sacrifici quando è necessario. Dissipano ogni dubbio in merito alla nostra determinazione. C’è molto meno in gioco per l’Occidente se l’Ucraina è indipendente rispetto a se Taiwan rimane indipendente”. I timori negli Usa sono al momento concentrati sull’ipotesi che i prezzi dell’energia possano incrementare il tasso d’inflazione, che ha portato il costo della benzina alle stelle.
Nonostante le preoccupazioni sui prezzi dell’energia, Ford si è unito ad altri esperti del panel Sia con proiezioni di crescita dei ricavi dei semiconduttori e delle spedizioni unitarie nel 2022 di circa il 16% rispetto al 2021. “Rimaniamo positivi e continuiamo a prevedere una ripresa per le prospettive dell’industria dei chip nel 2022”, ha affermato Andrea Lati, vicepresidente della ricerca di mercato per Vlsi Research. “Registriamo una crescita, ma le carenze di componentistica stanno ancora influenzando il mercato e probabilmente avranno un impatto anche nel 2022”. Le scorte di circuiti integrati sono in aumento, ma l’offerta resta inferiore alle domande, anche se le aziende si sono adattate rapidamente a questa situazione, e hanno modificato il loro modello di gestione delle scorte.
La crescita nelle vendite di chip negli ultimi anni è stata così sensibile che alcuni analisti prevedono che i ricavi annuali a livello globale supereranno i mille miliardi di dollari nel 2030, cinque anni prima delle stime recenti. Secondo la Sia, i ricavi del 2021 erano di 556 miliardi di dollari, un aumento del 26% rispetto al 2020, con 1,15 trilioni di chip commercializzati.
Ford ha delineato le conseguenze di un attacco della Cina a Taiwan per Fierce Electronics: “La possibilità di un attacco della Cina per affermare il controllo su Taiwan è molto reale e potrebbe causare gravi danni alla fornitura dei semiconduttori più avanzati. Una guerra esporrebbe gli impianti di semiconduttori di Tsmc e Umc a Taiwan a un altissimo rischio”. Tsmc, insieme a Samsung, domina la fornitura globale di semiconduttori all’avanguardia. “Se Tsmc andasse perso come fornitore, i chip all’avanguardia utilizzati nei prodotti elettronici più potenti andrebbero persi fino a quando la capacità potrebbe essere ripristinata in un altro luogo, e ci vorrebbero almeno due anni per sostituirla”, ha detto Ford. “Se ciò accadesse, l’economia globale subirebbe un duro colpo. Non voglio sembrare un profeta del giorno del giudizio. Tuttavia, i molti investimenti fatti da Tsmc, Samsung e Intel negli Stati Uniti indicano che la mia preoccupazione in merito a quanto può accadere a Taiwan è largamente condivisa”.
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