Alessandro Aveni è libero, ma non potrà esercitare la sua professione di medico per un anno. I giudici del Tribunale del riesame hanno mitigato le restrizioni nei confronti del medico di Pippo Franco, finito al centro del caso dei green pass falsi. Non è più ai domiciliari, ma c’è l’interdittiva dalla professione. Accusato di falso, Aveni ha sempre ribadito la sua innocenza. Ha affermato che le sue vaccinazioni erano e sono autentiche, ha precisato di aver eseguito la procedura di registrazione dei vaccini, ma l’operazione sarebbe fallita per il ransomware che aggredì il portale regionale mettendo fuori uso il sistema.
Dunque, non avrebbe completato la registrazione delle vaccinazioni di alcuni pazienti per colpa degli hacker dietro il cyber attacco alla sanità laziale. Il magistrato in pensione Davide Iori si è autoaccusato testimoniando ai pm che il medico gli rilasciò un certificato vaccinale senza che gli sia stato somministrato il vaccino. Alessandro Aveni smentisce e annuncia una possibile querela per calunnia.
GREEN PASS FALSI, INCHIESTA PROSEGUE
Dietro l’attenuazione delle misure interdittive nei confronti del medico Alessandro Aveni, secondo il Corriere della Sera, potrebbe esserci lo stop alla fase di emergenza nazionale. Ad esempio, il rischio di reiterazione del reato sarebbe diminuito in virtù del nuovo, attenuato scenario dell’epidemia Covid. Per quanto riguarda poi la possibilità di manipolare le prove tramite dichiarazioni compiacenti dei suoi assistiti, i giudici sono convinti che evidentemente sia sufficiente tenere il medico lontano dal proprio studio.
Ma l’inchiesta della pm Alessandra Fini sugli altri indagati prosegue. Nel registro c’è lo stesso comico Pippo Franco con moglie e figlio, oltre che il medico legale Antonio De Luca che con la sua famiglia avrebbe beneficiato dei presunti favori di Alessandro Aveni. Tutti sono accusati di falso ideologico per quanto riguarda il possesso di green pass falsi.