L’attore Alessio Boni è stato ospite nella puntata di ieri del programma di TV 2000, L’Ora Solare, e nell’occasione ha rilasciato alcune interessanti dichiarazioni. “Quando si diventa papà si dorme molto di meno – ha attaccato Alessio Boni parlando con Paola Sallusti, rispondendo ad una domanda sulla neo-paternità – Lorenzo ha due anni e Riccardo ha 4 mesi. E’ una cosa che desideravo, decidono loro, nel frattempo ho scritto un libro e la cosa più terribile è che stavamo in ginocchio e stavamo per uscirne, purtroppo c’è questa guerra e nessuno di noi si alza solare alla mattina, la più grande assurdità dell’essere umano. E’ la follia totale”.
Alessio Boni è tornato quindi sui figli: “Durante il lockdown con Lorenzo è stato rosa e fiori perchè c’era il lockdown quindi non potevo fare nulla, ero a casa, non avevo l’ansia, non avevo appuntamenti, non dovevo studiare copioni, leggevo le fiabe, cantavo canzoni e stavo da Dio. Adesso è riportato un po’ tutto e ne ho due, mi sono innervosito all’inizio, non riuscivo a fare delle cose. Ora ho capito che quando ci sono loro devi stare con loro, puoi fare una telefonata ma già la seconda non gli va, ora devo fare le cose di notte”.
ALESSIO BONI: “QUANDO ACCETTO UN PROGETTO DEVO SENTIRE QUALCOSA DENTRO”
“Nella vita ho incontrato tantissime persone intelligenti – ha continuato Alessio Boni soffermandosi sull’ironia – ma poche ironiche, ma non ho mai incontrato una persona non ironica e intelligente, è impossibile”. Alessio Boni ha parlato del suo lavoro, spiegando come sceglie i progetti che gli propongono: “Quando leggo una cosa, se non sento il cazzotto nello stomaco non lo faccio, non lo so perchè, è sempre stata qualcosa, deve esserci qualcosa, è sempre qualcosa che parte da un ancestrale, non è mai nella testa quando leggo un copione, mi deve cambiare i connotati, devo scatenare qualcosa dentro”.
L’attore bergamascao ha appena finito di girare un film in cui recita nella parte del ruolo del papà di Manuel Bortuzzo, giovane rimasto sulla sedia a rotelle dopo essere stato raggiunto da uno sparo: “Ho letto il romanzo, ho letto la sceneggiatura, abbiamo parlato con Franco, il padre, è una sorta di rievocare quel dolore, non hanno voluto assolutamente che prendessero attori che assomigliassero a, ma volevano solo rievocare quel dolore. La dignità e compostezza di un ragazzo di 19 anni che non ha fatto un incidente, una rissa, niente, un atleta, e questo che dice ‘Non è colpa loro, sono nati nel posto sbagliato’, 19 anni. Il padre piange in bagno, distante, per dare un esempio al figlio. Ora il suo target è tornate a camminare perchè c’è anche la possibilità”. Alessio Boni ha concluso parlando della sue origini bergamasche: “Sono cittadino del mondo, mi piace l’iraniano, il pakistano, bisogna conoscersi e scambiarsi, ma il sangue bergamasco mi è servito per quello che ho fatto, caparbio, che non molla neanche di fronte a un dirupo e quel fatto del ‘mola mia’ bergamasco è proprio rappresentativo, e poi siamo onesti, veri e sinceri, magari meno affabulatori, ma veri, ti diciamo quello che è ,sempre senza fare giri di parole”.