Un’indagine dell’Antitrust, l’Autorità garante del consumo e del mercato, mette sotto la lente di osservazione Poste italiane che, secondo le autorità, sarebbe stata artefice di pratiche commerciali scorrette, concernenti il collocamento dei buoni fruttiferi postali. Sotto la lente d’ingrandimento derivante dalle denunce di numerosi risparmiatori, dovute alla mancanza di rimborso dei buoni entro i termini di prescrizione.
Indagine dell’Antitrust su Poste Italiane: i Buoni fruttiferi non più rimborsabili
Alla scadenza del termine di prescrizione i titoli sottoscritti con Poste italiane oggetti del provvedimento di indagine, non sarebbero più rimborsabili sia per il capitale investito che per gli interessi maturati. Il contenzioso nasce dall’omissione da parte di poste italiane “delle informative sui termini di scadenze di prescrizione che caratterizzano i buoni fruttiferi postali rappresentati da documento cartaceo sottoscritto dai consumatori”. In particolare si punta il dito contro 2 importanti omissioni:
- In fase di collocamento di buoni sarebbe stato messa l’indicazione sulla data di scadenza e/o la data di prescrizione dei titoli;
- oltre alle informazioni relative alle conseguenze giuridiche derivanti dallo spirare di questi termini.
Inoltre per la gestione dei buoni fruttiferi caduti in prescrizione negli ultimi 5 anni, Poste Italiane non avrebbe avvisato “i consumatori, già titolari di buoni fruttiferi prossimi alla scadenza dello spirare di tale termine e delle conseguenze giuridiche che ne sarebbero derivate”.
Quanto alle informazioni fornite dalla “Scheda di sintesi” elaborata da Poste Italiane e Cassa depositi e prestiti, questa non riporterebbe “la data di scadenza del singolo buono e nemmeno la relativa data di prescrizione”, oltre a non essere indicata “l’informazione concernente i diritti relativi al capitale e agli interessi maturati” che, una volta prescritti, andrebbero in favore del Fondo per indennizzare i risparmiatori rimasti vittime di frodi finanziarie. Per i buoni fruttiferi postali emessi dal 14 aprile 2001 si legge nella scheda di sintesi una frase che avrebbe ulteriormente confuso i risparmiatori e cioè: “capitale investito sempre rimborsabile“.
Indagine dell’Antitrust su Poste Italiane: la denuncia dell’Adiconsum Sardegna
Così i clienti di Poste Italiane potrebbero pensare che i 20 anni dalla scadenza del buono, siano importanti solo ai fini della maturazione degli interessi e che questi, una volta maturati siano rimborsati integralmente al capitale. Del resto i buoni fruttiferi fanno parte dei prodotti dedicati agli investimenti privati, dedicati cioè alla maturazione di risparmi personali che, solitamente si “investono” proprio per avere un rendimento maggiore e non per devolverli ad un Fondo che avrebbe scopi sociali.
Poste italiane ha già perso nel 2021 un contenzioso con una risparmiatrice di Torino sempre in merito alla questione dei buoni fruttiferi, questo l’antitrust ha chiesto all’azienda di fornire entro 20 giorni le informazioni concernenti il numero di buoni fruttiferi caduti in prescrizione a partire dal 2018 è il numero dei reclami relativi al mancato rimborso per intervenuta prescrizione. Poste italiane dovrà rapportarsi all’antitrust, che prevede la chiusura del procedimento entro 120 giorni, anche per quanto concerne le modalità di gestione di questi reclami e le risposte fornite ai consumatori.
L’indagine nasce da un esposto dell’Adiconsum della regione Sardegna che ha preso in carico le lamentele di numerosi risparmiatori sui buoni fruttiferi postali e sulla mancata trasparenza relativamente alla scadenza oltre al rifiuto del rimborso di buoni una volta scaduti e prescritti.