Al di là della narrativa dominante che leggiamo e sentiamo quotidianamente sui principali quotidiani e mass media, la Germania vive intrinsecamente svariate contraddizioni, sia nel campo della politica energetica e più in generale della politica economica, sia nel campo della politica strategica. Vediamo in breve perché.
Se è vero che la Germania dipende molto dal gas, che viene utilizzato principalmente per creare calore e produrre elettricità e se è vero che Berlino importa principalmente il suo gas naturale dalla Russia, è altrettanto vero però che la Cina è il primo mercato del trio automobilistico tedesco. Mercedes ha visto le sue vendite più che raddoppiare in Cina negli ultimi cinque anni (28% nel 2018). Da parte sua, Bmw realizza circa un quarto delle sue vendite in Cina. La posta in gioco è tale che il presidente del consiglio di amministrazione di Volkswagen gestisce personalmente le operazioni del gruppo nel Paese.
Le sue scelte strategiche hanno le conseguenze di accentuare le divisioni all’interno dell’Ue. Da un lato la Russia e dall’altro la Cina, due paesi che si distinguono dal blocco occidentale di fronte al conflitto russo-ucraino. In considerazione dei suoi interessi nazionali, è quindi difficile per Berlino allinearsi con altri Stati membri, in particolare nel contesto delle sanzioni contro i suoi partner economici.
Passiamo adesso all’aspetto strategico. “D’ora in poi, di anno in anno, investiremo oltre il 2% del nostro Pil nella nostra difesa”, ha affermato il cancelliere Olaf Scholz durante una sessione eccezionale alla Camera dei deputati. Il successore di Angela Merkel afferma chiaramente le sue nuove ambizioni. Questo cambiamento di paradigma segna il cambiamento di un’epoca, quella di una Germania militarmente neutrale.
La Germania si è rivolta all’acquisto di F-35 americani e questo è un nuovo disconoscimento della sovranità europea. Questa scelta non è forse una contraddizione? Lo Scaf (Air Combat System of the Future), che si baserà su un aereo da combattimento al 100 per cento europeo in cui sono coinvolte Francia e Germania, è indebolito da una Germania atlantista. La scelta della dipendenza militare tedesca dagli Stati Uniti crea nuova fragilità e tensioni all’interno dell’Unione Europea. Ancora una volta Berlino decide di agire da sola. E ancora una volta le scelte fatte dalla Germania e dalla Francia non convergono né sul fronte energetico (la Francia pro-nucleare) né sul fronte della politica militare (la Francia favorevole alla consolidamento sul piano militare dell’Unione Europea e soprattutto favorevole all’esportazione dei suoi Rafale). Tutto ciò non fa altro che creare una intrinseca fragilità all’interno della Ue che avvantaggia i seguaci sia di John Wayne che di Roger Moore.
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