Tutti dicono che la guerra è un male per tutti, ma nessuno riesce a fermarla. Nella guerra trovano modo di esprimersi diversi soggetti di esaltati che non vedevano l’ora di buttarsi in questa (per loro) avventura. Ma certo non sono loro i responsabili della guerra. Purtroppo, a volte, solo i protagonisti del suo imbarbarimento.
Poi ci sono gli innumerevoli commentatori, la cui presenza è inevitabile. Non sempre sembrano molto competenti nel loro settore. A volte si scontrano tra loro, un po’ come i virologi della pandemia.
Poi ci sono gli inviati di guerra che si scontrano con la guerra: per informarci rischiano la pelle, e prima o poi si meriteranno qualche medaglia, in queste olimpiadi del terrore. Ci sono le innumerevoli raccolte di fondi per gli aiuti umanitari che a volte sembrano dare l’impressione che ci sia una libera concorrenza anche nel fare il bene. Comunque insieme a una massa di volontari di varie associazioni suppliscono lo Stato e la sua “apparente” immobilità.
Certo, con che faccia certe organizzazioni, che dipendono direttamente dall’Onu e che da anni foraggiamo con i nostri soldi tassati, ci chiedono un aiuto… Ci sono migliaia di famiglie che spesso hanno già figli loro che prendono “in affido” ucraini, soprattutto donne e bambini. Sono eccezionalmente generose, anche se cominciano a domandarsi: “Fino a quando ce la faremo ad ospitarli?”.
In questo senso, chi accoglie gli ucraini comincia a porsi anche una questione a partire dal fatto che non tutti vorrebbero o potrebbero tornare a casa (una casa che a volte non c’è più), che molti vorrebbero cercarsi un lavoro e i più giovani continuare a frequentare da noi scuole e università.
Ci sono le nonne e le mamme badanti e domestiche che hanno accolto, naturalmente, i loro parenti, ma sono già in difficoltà a mantenerli. Si sente dire di future decisioni del governo per venire incontro a questi problemi ma, appunto, per ora sembrano future.
Ci sono quelli che criticano quelli di noi che accolgono, dicendo che ci stiamo muovendo per gli ucraini non come per gli altri. Normalmente questo è un modo per giustificarsi da parte di chi, di solito, a parte qualche soldino del loro superfluo, continua a non fare nulla.
E poi non è un caso che tra le famiglie che accolgono gli ucraini ne conosca molte che in passato hanno accolto varie famiglie africane e anche, udite udite, diversi russi (tra questi ci sono anch’io).
Poi, come già detto in un altro articolo, c’è una invincibile burocrazia, probabilmente di scuola sovietica, che complica tutto, anche la buona volontà di quei funzionari che vorrebbero fare di più.
Insomma, come in altri casi, questa nuova emergenza ci dà lo spunto per cambiare anche tra noi quello che va cambiato. E che questo capiti nel cuore della Quaresima, il periodo ideale per un cambiamento, forse non è un caso. Chi ha orecchi per intendere, intenda…
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