Mohssine Azhar avrebbe ucciso volontariamente la piccola Fatima. È cambiata, infatti, l’accusa nei confronti del 32enne di origini marocchine, finito in carcere per la morte della figlia della compagna. Il gip Agostino Pasquariello ha accolto la richiesta della pm Valentina Sellaroli, emettendo nei confronti dell’uomo una nuova ordinanza di custodia cautelare per omicidio volontario con dolo d’impeto. Il 13 gennaio scorso, la bimba di tre anni è precipitata dal balcone del suo appartamento, in un condominio di via Milano, nel centro di Torino.
La bambina morì sul colpo. In un primo momento il patrigno spiegò che Fatima le era scivolata dalle mani durante un gioco, ma dalle consulenze disposte dalla procura, in primis quella del medico legale Roberto Testi, è emerso un altro scenario. Il punto di caduta di Fatima, più o meno a metà del cortile interno della palazzina, non è compatibile con lo scivolamento. Infatti, per l’accusa la bambina non sarebbe caduta per un tragico incidente, come sostiene Mohssine Azhar, ma sarebbe stata volutamente lanciata oltre la ringhiera.
“IL PATRIGNO HA UCCISO VOLONTARIAMENTE FATIMA”
Dalle indagini è emerso anche che quella sera il patrigno di Fatima, assistito dal legale Alessandro Sena, aveva consumato droghe e bevuto molto. Nel corso dell’interrogatorio di garanzia davanti al giudice Pasquariello, Mohssine Azhar ammise di aver bevuto e assunto hashish, sostenendo però di “non aver perso lucidità“. La figlia della compagnia aveva raggiunto da sola il suo appartamento, che si trova sopra alla casa in cui viveva con la madre. “Giocavo con Fatima sul balcone. La lanciavo in aria e la riprendevo, con la mamma che ci guardava da sotto. Non so come sia potuto accadere“, dichiarò lui. Di fatto, la caduta della bambina di 3 anni sarebbe avvenuta sotto lo sguardo della madre Lucia, che stava salutando la figlia e il compagno dal suo balcone.
La pm Valentina Sellaroli aveva già chiesto all’inizio del processo la convalida del fermo per omicidio volontario con dolo eventuale e la misura cautelare, ma per il giudice inizialmente era da accusare di omicidio colposo, fino alla nuova ordinanza di ieri. Dunque, la posizione di Mohssine Azhar si aggrava nettamente dopo gli accertamenti tecnico svolti dagli inquirenti della Squadra Mobile. Peraltro, tra pochi giorni sarebbero scaduti i termini di custodia cautelare in carcere, quindi c’era il rischio che l’uomo si rendesse irreperibile dopo la scarcerazione.