Agnello a Pasqua, una tradizione spesso contestata
Una delle tradizioni più contestate in Italia è certamente l’abitudine di mangiare l’agnello nel giorno di Pasqua. L’animaletto, il cucciolo della pecora di pochi mesi di età, è uno dei piatti tipici della tradizione pasquale. Scelta e decisione criticata da moltissimi, non solamente animalisti e persone che hanno abbracciato una cultura vegetariana o vegana, l’agnello continua ad essere su moltissime tavole nel giorno della Resurrezione. Ma da dove nasce l’usanza di mangiare questa carne e come si può cucinare?
L’usanza di mangiare l’agnello nasce già proprio con la Pasqua religiosa. Nella tradizione cristiana e ancor prima in quella ebraica, infatti, l’agnello è il simbolo del sacrificio. Nell’Antico Testamento, nel libro dell’Esodo, Dio disse a Mosè e Aronne: “Ciascuno si procuri un agnello per famiglia, un agnello per casa. In quella notte ne mangeranno la carne arrostita al fuoco. La mangeranno con azzimi e con erbe amare”. Proprio da qui, infatti, sembrerebbe nata l’usanza di cucinare l’agnello a Pasqua. Una tradizione religiosa, dunque, che però con il tempo è diventata popolare.
Agnello a Pasqua, come cucinarlo
Come abbiamo visto, dunque, l’agnello a Pasqua è un piatto tipico della cucina italiana. Ma come si cucina questo tipo di carne? Ci sono, come ovvio che sia, varie ricette ma non solo. Abbiamo infatti anche varianti che sono strettamente legate alla tradizione del territorio: ecco allora che ogni regione d’Italia ha la sua. A Roma troviamo l’abbacchio allo scottadito, in Puglia si preferisce al forno, a Napoli si condisce con piselli e uova. Ci sono poi altre ricette come lo spezzatino d’agnello o l’agnello al forno alla sarda con patate, carciofi e mirto. In Toscana si preferisce in umido.
La ricetta sicuramente più classica e adatta ai palati che amino questo sapore, è sicuramente quella dell’agnello al forno. La carne va messa a mollo nell’acqua per almeno 10 ore con un pizzico di aceto, per perdere il forte odore. Una volta fatto questo, va condita con rosmarino, un bicchiere di vino rosso, due spicchi d’aglio, sale, pepe e olio extrevergine di oliva. Dopo averlo condito, va lasciato maritare per un’ora. Per la cottura, dovrebbero bastare 30 minuti a 180°.