E’ stato assolto l’ex dg del Tesoro ed ex ministro dell’Economia Vittorio Umberto Grilli. L’avvocato Mario D’Urso, ha commentato ai microfoni dell’agenzia Adnkronos la sentenza della Corte dei Conti del Lazio, che ha appunto assolto gli ex dirigenti del Mef, fra cui proprio Vittorio Grilli, per un presunto danno da circa 3.9 miliardi di euro collegato alla stipulazione di contratti in prodotti finanziari derivati con la nota banca Morgan Stanley.
“Credo che con questa sentenza ci sia stato un atto di giustizia”, ha raccontato l’avvocato che poi ha aggiunto: “È una sentenza corretta, ha affrontato i problemi nella loro integrità. Grilli peraltro in quel periodo era già stato nominato viceministro quindi la sua partecipazione (alla vicenda derivati ndr) era molto dubbia”. Nel processo riguardanti i “derivati”, vi erano imputati oltre a Vittorio Grilli, anche Domenico Siniscalco (ex ministro dell’Economia), Vincenzo La Via e l’ex dirigente, Maria Cannata, ex responsabile del debito pubblico.
VITTORIO GRILLI ASSOLTO DA CORTE DEI CONTI: L’UDIENZA DEL FEBBRAIO 2021
Il danno da 3.9 miliardi di euro leggasi alla stipulazione di contratti in prodotti finanziari con la banca Morgan Stanley, riguarderebbe in particolare la “stipulazione, rinegoziazione, ristrutturazione e chiusura anticipata – scrive l’Adnkronos – tra il dicembre 2011 e il gennaio 2012, di alcuni derivati sottoscritti dallo Stato italiano”. Il processo riguardante i derivati era ripartito lo scorso fine anno, ad ottobre 2021, con una nuova udienza davanti alla sezione giurisdizionale della Corte dei Conti del Lazio presieduta da Tommaso Miele.
A febbraio dello stesso anno la Cassazione si era pronunciata stabilendo la giurisdizione dei magistrati contabili nei confronti degli ex dirigenti del ministero, e confermando un “difetto di giurisdizione” riguardo alla banca Morgan Stanley uscita quindi dal procedimento. “E’ un processo importante, ma il giudice contabile ha l’occasione di farlo diventare un processo storico. Non ci vuole coraggio, solo consapevolezza e forza”, aveva detto all’epoca il procuratore presso la Procura regionale del Lazio della Corte dei Conti Massimiliano Minerva.