Due bombe atomiche si sono inabissate nel mar Nero? La notizia campeggia su “Dagospia”, che si domanda se l’incrociatore russo “Mosvka”, affondato dai missili Neptun lanciati dall’esercito dell’Ucraina nelle scorse ore, avesse a bordo le armi nucleari. In particolare, nella “dagonews” si legge: “Questa è la domanda più inquietante che si fanno gli ucraini, ma il mondo intero in generale. In gergo militare si chiama ‘Freccia spezzata’, quando avviene un incidente che coinvolge armi atomiche. La Moskva potrebbe averne avute a bordo due, che ora sarebbero finite negli abissi del mar Nero”.
Nel frattempo, è mistero anche sulla sorte dell’equipaggio: a bordo c’erano 510 persone, di cui “non si hanno più notizie. Finora sono stati ritrovati solo 50 membri dell’equipaggio, e altri 14 sono stati trasferiti al porto di Sebastopoli. Che fine hanno fatto gli altri 450? La Russia sostiene di aver evacuato tutti, ma alcuni video mostrano decine di auto parcheggiate nella città della Crimea. Si presume che appartengano ai marinai, che non sono mai andati a riprenderle”.
BOMBE ATOMICHE NEL MAR NERO? VOCI IN RUSSIA…
Anche “Libero” parla sulle sue colonne di alcune indiscrezioni che circolano in Russia, secondo cui due bombe atomiche sarebbero finite nel mar Nero, mentre l’incrociatore Moskva affondava. Gli fa eco il quotidiano “Il Messaggero”, che sottolinea che “le agenzie di stampa russe riportano che l’incrociatore aveva a bordo 16 missili da crociera anti nave Vulkan che hanno una gittata di almeno 700 km. Moskva va considerata come una batteria missilistica mobile da 12.500 tonnellate e 190 metri. Trasportava abbastanza missili anti-nave per spazzare via l’intera marina ucraina e abbastanza missili per la difesa aerea per spazzare via qualsiasi possibile attacco aereo. La sua importanza l’ha reso uno dei principali bersagli dell’esercito ucraino”.
La campagna navale, ha concluso “Il Messaggero”, per il momento non ha dato alla Russia “i frutti sperati: la flotta russa del mar Nero ma non è stata in grado di sopprimere completamente le difese costiere dell’Ucraina. Queste difese rendono qualsiasi operazione anfibia contro un porto ucraino estremamente rischiosa”.