NEW YORK – Questo ultimo Venerdì Santo ha visto la 25esima rappresentazione della Via Crucis sul Ponte di Brooklyn promossa da Comunione e Liberazione. Con letture dalla Passione secondo Giovanni e altri passi di noti scrittori cattolici, accompagnate da belle musiche corali e commoventi riflessioni di padre Richard Veras e del reverendissimo Robert J. Brennan, vescovo di Brooklyn, la processione ha condotto centinaia di partecipanti dalla Basilica Cattedrale di St. James, attraverso il ponte, nel cuore di New York City.
Questa è stata la prima volta che l’evento ha avuto luogo completamente dall’inizio della pandemia – per essere precisi, la prima volta dal 2019. Così ha fornito l’opportunità per l’inevitabile domanda e meditazione richieste da tutti i subbugli avvenuti da allora ad oggi – il tipo di preghiera che, facendo aderire la nostra persona a Cristo e alla Sua Croce, provvede così rapidamente.
Questa posizione era riflessa nelle parole del fondatore di Comunione e Liberazione, monsignor Luigi Giussani – parole che hanno aperto l’evento e sono state lette insieme a una commovente interpretazione del Kyrie Eleison (monodia ucraina): “In mezzo a bombe che esplodono e a città che bruciano, io vedo la morte di Gesù come l’unica verità. Una sola cosa dà significato per me a tutto questo: seguire Cristo che va alla Sua morte sulla croce; essere come Lui e nient’altro.”
Con questo “essere come Lui”, i molti fedeli convenuti hanno portato con sé un messaggio potente, come padre Veras ha sottolineato nella sua riflessione di apertura: “Noi proclamiamo la Gloria di Dio che può vincere ogni oscurità … Noi testimoniamo al mondo che Dio è amore. Un amore così concreto, così reale che può salvare noi ora.”
La solenne, consapevole e concentrata natura della processione e la bellezza che ha generato con la sua musica evocativa sono state espressione di questa testimonianza, suscitando silenzio in molti passanti, specialmente sul ponte. Come se il Grande Ponte fosse diventato una cattedrale, un luogo di comunione e venerazione, una testimonianza della capacità di Cristo di abbracciare il mondo attraverso la Croce. Se si considera la facilità con la quale uno può oggi condannare il mondo e disperare su di esso, non stupisce che questo abbraccio amorevole sia così facilmente accolto.
Commentando il numero e la varietà di persone che hanno partecipato alla Via Crucis, il direttore del coro Christopher Vath ha osservato: “Quando si costruisce qualcosa di significativo e di bello, è facile per la gente unirvisi.”
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