Il settore delle fiere che aveva subito un brusco arresto durante i primi 2 anni della pandemia tanto da essere interessato da un piano di finanziamento statale, come le misure adottate a seguito dell’emergenza coronavirus (COVID-19) per il settore dei beni e delle attività culturali. Nonostante ciò tra aprile e giugno 2022 è ripartito alla grande: un boom di richieste ha interessato il settore che adesso affronta un altro problema, quello della carenza di manodopera. A dirlo a Il sole 24 Ore è stato Federico Sanmarchi, direttore generale di Arredart studio.
Ripresa settore fieristico: il crollo dovuto al covid
Il settore già nel 2020 aveva vissuto un crollo del 80% e, nel 2021, del 75%. Tuttavia, se da un lato dobbiamo parlare di ripartenza, dall’altro dobbiamo invece fare anche luce sul fatto che le continue riprogrammazioni hanno finito per concentrare tutto tra aprile e giugno, creando un affollamento di eventi che ha finito per mettere in crisi gli allestitori.
Tuttavia questi due anni di blackout fieristico hanno creato una carenza di manodopera e delle competenze, una destrutturazione del settore che non ha aiutato a far fronte al boom di richieste di aprile 2022.
Come spiega lo stesso quotidiano Giovanni vita, General manager della tecnolegno di Cormano, i lavoratori prima della pandemia erano anche 200 tra professionisti interni ed esterni ma, oggi si fatica a metterne insieme 60.
Ripresa settore fieristico: una destrutturazione del settore
A questa debolezza strutturale, si contrappone una sempre più crescente domanda che definisce una situazione complessivamente positiva, anche se il settore fieristico non smette di leccarsi le ferite, perché negli ultimi due anni ha perso circa il 40% del personale: professionisti che in questi due anni hanno cercato di reinventarsi una carriera, molti si sono dati all’edilizia visto che l’economia italiana è stata trainata principalmente da i bonus ordinari e straordinari del settore. E tuttavia proprio in questi mesi c’è la possibilità di recuperare le 80% dei livelli di fatturato che si è avevano nel periodo pre-covid, anche grazie all’allentamento delle restrizioni e all’eliminazione del green pass. Per questo è necessario recuperare le risorse umane da destinare alla formazione, recuperare quindi anche due anni persi in questo campo.
Inoltre è aperto un tavolo di confronto tra Asal, Aefi (associazione dei quartieri fieristici) e Cfi (gli organizzatori delle manifestazioni).
Un dialogo che svilupperà nuove leve per il settore fieristico che una leva fondamentale per il made in Italy. Le aspettative sono quelle di un ritorno ai livelli del 2019 a partire già dall’anno prossimo e, dal 2024 una crescita.