“Si parla di potere quando una persona prende una decisione che è accettata dall’insieme della società: questo è il potere”. Questa frase è stata pronunciata dalla vicepresidente argentina, Cristina Fernandez de Kirchner, nel corso della 14a sessione dell’EuroLat, una commissione che raduna parlamentari dell’Unione europea e latinoamericani.
Per essere precisi in pratica questo pensiero sottintende (ma mica tanto) che il Presidente dell’Argentina, Alberto Fernandez, sia una marionetta nelle mani della vice. Come ha sottolineato il quotidiano Francese Le Monde.
Ancor più scioccante è che il discorso nella sua interezza sembrava più una campagna elettorale peronista e kirchnerista che qualcosa che entrasse nel contesto della sessione in cui è stato pronunciato. Accuratamente preparata con tanto di claque composta da senatori del suo blocco politico e membri dell’organizzazione ultrakirchnerista “La Campora”, la cosa non è passata inosservata e ha provocato la reazione di molti esponenti politici Ue presenti, che hanno sottolineato in un comunicato congiunto come fosse inammissibile un simile intervento di propaganda.
“Siamo eurodeputati, rappresentiamo all’Europa e le sue istituzioni: non siamo un extra pubblico per la sua propaganda peronista: tutto questo è inaccettabile”, ha sottolineato, tra i tanti, nelle reti sociali, l0italiano Nicola Danti di Italia Viva che ha aggiunto: “Così funziona il populismo, quando ogni occasione è buona per una propaganda elettorale. Non è la prima volta che sperimento questo fenomeno, ma ieri ciò è accaduto nel disprezzo delle Istituzioni europee, e ciò non lo posso accettare”.
Il segnale fortissimo della Kirchner però è interpretabile come una sua debolezza proprio all’interno di quel potere di cui pensa di avere l’esclusività: tutti lo avevano capito benissimo fin dal giorno della vittoria del “Frente de Todos” alle presidenziali del 2019, quando nelle celebrazioni avvenute subito dopo il risultato, Cristina Kirchner aveva relegato Alberto Fernandez in una posizione subalterna e aveva propinato al pubblico presente un suo discorso durato più di mezz’ora, ma l’occasione (e la figuraccia) attuale sono figlie del rifiuto a nominare candidati espressamente voluti da Cristina nella Corte Suprema di giustizia argentina, oltre a quello di annullare i processi che deve affrontare (circa una decina) e che ormai la mettono alle corde al punto tale che nel 2023, quando con ogni probabilità le elezioni presidenziali saranno vinte da un candidato dell’opposizione e quindi cadrà, per votazione, l’immunità parlamentare di cui attualmente gode.
La situazione generale dell’Argentina è attualmente quella di un caos economico e politico, nel quale la firma dell’accordo con il Fmi per il pagamento del prestito concesso nel 2015 ha non solo provocato una rottura interna nella coalizione di Governo, con le probabili dimissioni del ministro dell’Economia Guzman, ma anche una rottura con il Presidente, a cui si aggiunge un dato che vieppiù pone l’Argentina ormai nel baratro: l’inflazione del mese di marzo ha raggiunto il record del 6,7%, facendo schizzare i prezzi alle stelle al punto che, per dissimularne l’effetto sulle tasche degli argentini, alcuni prodotti di prima necessità non vengono più venduti al kilo ma all’etto.
Una misura veramente tragica oltre che puerile, che non può evitare che le classi più deboli siano ormai alla fame: basti pensare ai pensionati, che guadagnano cifre davvero ridicole e largamente insufficienti a condurre un’esistenza degna di questo nome.
Gli aumenti ci sono stati, ma sono ridicoli così come la giustificazione data circa la difficoltà che incontrano le casse dello Stato, invitando persone che hanno versato ingenti contributi nell’arco della loro onesta vita lavorativa ad accontentarsi del misero plus. Mentre allo stesso tempo l’ammontare di aumento degli stipendi dei dipendenti dell’amministrazione governativa è stellare ma non solo: a un’attrice argentina, Nacha Guevara, interprete del personaggio di Evita Peron nella famosa opera teatrale di anni fa, è stato riconosciuto un indennizzo di 12 milioni di pesos (circa 100.000 dollari) per essersi esiliata dal 1976 al 1983, la triste epoca della dittatura militare. Il fatto però è che la Guevara se ne andò dall’Argentina ancora sotto la democrazia, e quindi questa elargizione ha provocato uno scandalo, comune agli indennizzi che da anni sono stati concessi in forma quantomeno discutibile a personaggi legati a quella triste epoca.
E per finire ecco un’altra frase del tragico discorso di Cristina Kirchner nella sessione dell’Eurolat:
“Il capitalismo si è dimostrato come il sistema più efficiente ed efficace alla produzione di beni e servizi di cui l’umanità ha bisogno”. Nulla da obiettare se non che il condivisibile pensiero è stato espresso da una radicale esponente del populismo più estremo: insomma, un paradosso totale. Ma questa è l’Argentina di oggi, dove può accadere veramente di tutto. Alla prossima puntata!
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