La guerra in Ucraina “conviene” agli Stati Uniti perché così la Russia ne esce indebolita? Si tratta di una semplificazione eccessiva per il professor Giulio Sapelli. “Capisco la semplificazione, ma così è troppa“, ammonisce l’economista e storico a Controcorrente. C’è molto altro, per questo fa una premessa: “La Nato non è gli Stati Uniti. A vincere la Seconda guerra mondiale Usa e dei Paesi europei, che recentemente hanno avuto delle forti polemiche con gli Stati Uniti. Dal 2003, quando Francia e Germania si sono opposte all’intervento Usa in Iraq. La Nato poi è molto cambiata. All’inizio del 2000 si è scelto di non rafforzare il fronte sud, ma quello nord, quello baltico. Quindi, è una Nato a geometria variabile“.
Dunque, non è la Russia l’obiettivo degli Stati Uniti. “Hanno un interesse, anche attraverso questa aggressione dell’imperialismo russo: indebolire naturalmente il ruolo della Germania che si avvicina attraverso la potenza di terra alla Cina. Questo è quello che c’è dietro, il resto sono pantomime che si creano con la disinformazione“. Dunque, la questione è molto più complessa di come viene presentata, sebbene ciò che è importante ora è “sconfiggere Putin con tutti i mezzi“.
“GUERRA? SAPEVAMO TUTTO DA PRIMA DELLA CRIMEA”
D’altra parte, l’Occidente può rammaricarsi di non aver fatto nulla per scongiurare la guerra in Ucraina. “Avremmo potuto prevenire l’aggressività di Putin solo se avessimo letto ciò che scrivevano i suoi ideologi, che annunciavano ciò che sarebbe successo in Ucraina. Avevano annunciato una guerra distruttrice contro l’Occidente“, spiega il professor Giulio Sapelli in collegamento con Controcorrente. Cita il politologo Karaganov, consigliere di Putin: “Teorizza l’allontanamento dall’Occidente e una serie di azioni distruttive, dalla disinformazione fino all’uso delle armi nucleari tattiche. Sapevamo tutto anche da prima della Crimea, quindi mi colpisce l’ignoranza. La gente non legge più niente“.
Ma non bisogna mollare la strada diplomatica. “Questo non vuol dire che non si possano trovare momenti di mediazione. Il vassallo fa ciò che l’imperatore non può fare, l’Italia lo ha sempre svolto in modo intelligente“. Per quanto riguarda Putin, spiega che “è una risposta organica del nuovo gruppo di potere che si è creato contro il potere eltsiniano che ha segnato la depredazione della Russia, che ora è un paese sottosviluppato con una crisi demografica enorme“. Rappresenta, dunque, una reazione neonazionalista: “Ci sono pezzi del passato russo che tornano alla luce perché si sentono aggrediti e la risposta arriva in un modo sciovinista pericolosissimo“.