Pannelli fotovoltaici notturni sono il risultato della ricerca di un team britannico intenzionato a sfruttare il “raffreddamento radiativo” di notte e di giorno per salvare il pianeta. Ecco in cosa consiste questa innovativa scoperta.
Pannelli fotovoltaici notturni: cos’è il “raffreddamento radiativo”
In una situazione come quella attuale, attraversata da profonde preoccupazioni per la crisi energetica, cominciata ben prima dello scontro in Ucraina e che sta andando ad acuirsi proprio negli ultimi mesi, c’è chi si sta orientando verso l’idea di un ritorno al carbone (il governo Draghi), e chi sta approfittando della situazione per staccarsi finalmente da esso, aumentando i rifornimenti dalla Russia (la Cina). L’Italia è inoltre intenzionata a diversificare i partner fornitori di energia che subentrerebbero in sostituzione della Russia, benché quest’ipotesi non può essere realizzata nel breve termine.
E’ in questo clima che viene annunciata la scoperta di alcuni ingegneri di Stanford guidati da Sid Assawaworrarit, che sfrutta il fenomeno della raffreddamento radiativo. In cosa consiste questo fenomeno?
La luce infrarossa del pannello fotovoltaico presente sulla superficie, potrebbe liberarsi mediante l’irradiazione nello spazio circostante. In questo modo la temperatura del pannello sarebbe ad un livello inferiore rispetto all’aria circostante.
Dalla differenza di temperatura verrebbe generata una piccola quantità di elettricità, attraverso un generatore termoelettrico. Questo stesso fenomeno è responsabile della formazione della brina sul terreno oppure della formazione di goccioline d’acqua sul parabrezza delle auto, quando le temperature circostanti sono ancora sopra lo zero.
Pannelli fotovoltaici notturni: i precedenti
Ogni metro quadrato di pannello solare è in grado di produrre 50 megawatt. Ma il team sta proseguendo le ricerche con il fine di incrementare questo rendimento fino a raggiungere una produzione di 100 megaeatt orari e via via di migliorare sempre di più. Come spiega il capo del gruppo di ricerca, la durata dei pannelli fotovoltaici è praticamente infinita perché sono allo stato solido: l’invenzione innovativa, prende le mosse da una scoperta del 2019 della UCLA, dove, alcuni ricercatori guidati da Aaswath Raman, crearono una soluzione per la produzione di energia rinnovabile notturna.
La scoperta avvenne presso la Samueli school of engineering della UCLA. Le ambizioni dello studio intitolato Generating light from Darkness erano enormi: l’innovazione infatti avrebbe potuto aiutare al modico costo di 30 dollari, oltre un miliardo di persone in tutto il mondo, ed è stato utilizzato dal gruppo di ricercatori di Stanford per la costruzione di questo pannello innovativo che integra la scoperta della UCLA. Anche nella mente del corpo di ricerca della UCLA, il calore dell’area circostante veniva catturato per essere convertito in elettricità: il risultato consentiva, con soli 30 dollari, di alimentare una lampadina a LED.