Alberto Mantovani, immunologo e presidente della Fondazione Humanitas, ha parlato dell’evoluzione del Covid e delle prossimi prossime tappe delle vaccinazioni. Secondo l’esperto, come spiegato sulle pagine de La Stampa, “probabilmente servirà una quarta dose a sei mesi dalla terza” per tutti. Dunque se al momento soltanto immunodepressi e over 80 sono stati sottoposti a vaccinazione con quarta dose, presto potrebbe essere esteso l’obbligo per tutti.
Mantovani spiega: “In autunno probabilmente occorrerà una nuova campagna per un richiamo generalizzato, oltre che per gli over 80, i fragili e ovviamente i non vaccinati”. Per quanto riguarda invece la mascherina, che negli ultimi mesi ha fatto sorgere un dibattito sulla sua obbligatorietà che persiste al chiuso, l’immunologo spiega: “Anch’io sono stufo di portare la mascherina, ma continuerò a farlo al chiuso e negli assembramenti. È diventato buon senso comune e lo raccomando soprattutto agli over 80 e a chi ha patologie particolari”. Secondo l’esperto, “si può togliere l’obbligo, ma con una raccomandazione molto forte nei confronti delle persone anziane e fragili, e ricordando che ognuno di noi ne frequenta”.
Mantovani: “Occorre un vaccino aggiornato contro il Covid”
Secondo Alberto Mantovani, in autunno ci sarà un richiamo con un vaccino aggiornato. Probabilmente, a questo potrebbe anche essere aggiunta la dose di anti-influenzale: “In autunno probabilmente occorrerà una nuova campagna per un richiamo generalizzato, oltre che per gli over 80, i fragili e ovviamente i non vaccinati. La speranza è che per allora si possa avere un vaccino aggiornato, più efficace sia verso la malattia sia verso il contagio, e che venga somministrato insieme all’antinfluenzale perché l’influenza può diventare molto rischiosa se si somma al Covid”.
Il direttore scientifico di Humanitas e presidente di Fondazione Humanitas per la ricerca ha un “sogno”: un vaccino che possa combattere il Covid e l’influenza in un’unica dose ma soprattutto che prevenga le varianti future. Come ha spiegato l’immunologo a La Stampa: “Sarebbe un vaccino che prevedesse pure le varianti future. Dico sogno perché è stato coltivato a lungo per l’influenza senza successo”. Al momento, dunque, non si tratta di un qualcosa in cantiere, ma non è detto che non possa diventarlo.