Twitter ha detto sì a Elon Musk: il celebre imprenditore si è assicurato il social network per un’offerta del valore di 44 miliardi di dollari. Il patron di Tesla concluderà l’accordo entro il 2022 e non mancano le prime ripercussioni: la società che cinguetta è destinata a lasciare Wall Street per diventare una società privata, interamente controllata dal miliardario.
L’acquisizione di Twitter segna un’altra tappa del percorso di Elon Musk e c’è grande curiosità di scoprire come gestirà un’azienda così particolare. Una delle prime direttive è la rivendicazione “free speech”, libera discussione, senza filtri. Una mossa particolarmente sgradita a Beppe Severgnini: “Se “free speech” però vuol dire libertà di insultare, diffamare, minacciare e mentire (in forma anonima, of course), o di sovvertire la democrazia (come ha provato a fare Trump), allora Twitter non ci interessa più, caro Elon Musk”.
CASO TWITTER, SEVERGNINI VS ELON MUSK
Beppe Severgnini si aggiunge al già ricco elenco di intellettuali, spesso di sinistra, che si sono scagliati contro l’acquisizione di Twitter da parte di Elon Musk. “Spero che anche i miei peggiori critici rimangano su Twitter, perché questo significa libertà di parola”, una delle sue ultime dichiarazioni. Parole che i progressisti hanno biasimato, basti pensare all’affondo dell’attrice Jameela Jamil: “Vorrei che questo fosse il mio ultimo tweet. Temo che questa offerta di libertà di parola aiuterà questa piattaforma infernale a raggiungere la sua forma finale di odio, fanatismo e misoginia totalmente illegali. Buona fortuna”.
Le critiche di Beppe Severgnini non sono passate inosservate e su Twitter si è acceso il dibattito, ecco una serie di repliche al giornalista: “Stanno sbroccando. Solo l’idea di non poter più chiudere subito la bocca a chi semplicemente la pensa diversamente li preoccupa. La libertà fa sempre molta paura. Soprattutto agli illiberali adoratori del pensiero unico dominante”, ““Free speech” significa poter esprimere democraticamente la propria opinione senza il rischio di essere censurati. Che problema desta una tale libertà?”, “Per te “democrazia” e libertà di espressione significano retorica da quattro soldi, fake news e censura del dissenso”.
Se “free speech” però vuol dire libertà di insultare, diffamare, minacciare e mentire (in forma anonima, of course), o di sovvertire la democrazia (come ha provato a fare Trump), allora @Twitter non ci interessa più, caro @elonmusk #twittersold pic.twitter.com/J16f9IOj9A
— beppe severgnini (@beppesevergnini) April 26, 2022