Edward Luttwak (politologo) è intervenuto ai microfoni di “Di Martedì”, trasmissione di La 7 condotta da Giovanni Floris e andata in onda nella serata di martedì 26 aprile 2022. Ovviamente, l’esperto è stato chiamato in causa circa la guerra in corso di svolgimento in Ucraina, a proposito della quale il diretto interessato sembra avere le idee piuttosto chiare su cosa serva per riuscire ad arrivare alla conclusione del conflitto e a fare desistere la Russia dalla sua offensiva, che prosegue senza sosta ormai da più di due mesi a questa parte.
“Per fare finire questa guerra – ha sottolineato Luttwak – il presidente Vladimir Putin deve ricevere un’offerta che possa accettare. Allo stesso tempo, deve sapere che non può vincere. Le Nazioni Unite hanno un Consiglio di sicurezza ‘autobloccato’ e un’assemblea generale dominata da dittatori di piccoli Staterelli corruttibili. Dimentichiamoci di queste cose, dimentichiamo anche la figura di Erdogan come mediatore. Per uscire da questa situazione, bisogna armare pesantemente l’Ucraina e fare un’offerta a Putin”.
LUTTWAK: “FACCIAMO UN REFERENDUM A DONETSK E LUGANSK, FACENDO VOTARE ANCHE TUTTI I PROFUGHI”
Nel prosieguo delle sue dichiarazioni rilasciate in collegamento audiovisivo a “Di Martedì”, il politologo Edward Luttwak è anche entrato maggiormente nelle pieghe del suo discorso, precisando meglio cosa intendesse dire quando parlava di un’offerta a cui Vladimir Putin non potrebbe dire di ‘no’: “Il mio suggerimento è quello di indire un referendum a Donetsk e Lugansk, facendo votare anche tutti i profughi che ritornano da altri Paesi e che possono dimostrare che vivevano là. Questo fu fatto nel 1919 dopo la Prima Guerra Mondiale, senza stampanti e senza internet. Figuriamoci con la tecnologia che abbiamo a disposizione al giorno d’oggi…”.
Il referendum dovrebbe interessare anche la zona di Odessa? Luttwak dice di no: “Odessa non è Lugansk e non è Donetsk. Il Governo russo ha registrato l’esistenza di queste due repubbliche prima che esplodesse il conflitto bellico in Ucraina e ci sono molti russi al loro interno. Per cui, un referendum in queste due regioni è un’offerta che Putin potrebbe prendere in considerazione”.