Sul fronte energetico per le imprese italiane il 2022 mette un po’ i brividi. Dopo l’invasione dell’Ucraina, il protrarsi della guerra e l’inasprimento delle sanzioni continua infatti ad aleggiare lo spettro di un possibile razionamento dei flussi di gas russo, che dalla Siberia giungono fino al cuore dell’Europa e che in Italia equivalgono al 43% dei nostri consumi energetici. Ma a rendere lo scenario ancora più complesso e raggelante è il fatto che il prezzo del gas viaggia ormai da mesi su livelli mai visti.
Anche dall’energia elettrica non arrivano buone notizie. Basti pensare che, secondo i dati resi pubblici dall’Arera, l’Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente, il prezzo dell’energia elettrica registrato nell’ultimo trimestre dello scorso anno è stato il più alto da ben otto anni a questa parte. E il raffronto con lo stesso periodo del 2020 è addirittura impietoso, visto che l’incremento è schizzato all’insù addirittura del 50%. Non solo: è molto presumibile che anche il settore delle telecomunicazioni non potrà restare ancora a lungo fuori da questo tourbillon di rincari.
A causa dell’elevata dipendenza dal gas e dal petrolio che arrivano dalla Russia, il nodo del caro bollette, con le sempre più rilevanti conseguenze economiche per imprese e famiglie, è così diventato un tema dirimente e una vera e propria questione sociale per tutti i governi europei, Italia in testa, perché siamo uno dei paesi più esposti su questo problema.
Una possibile strategia energetica italiana
L’Italia quindi deve trovare il più in fretta e il più decisamente possibile delle soluzioni. La prima delle quali è senza dubbio la diversificazione sia dei fornitori che delle fonti di energia. Sul primo versante, il governo Draghi è impegnato proprio in queste settimana a stringere accordi per nuove forniture, dall’Algeria all’Angola, dal Congo all’Azebaijan. E in questo contesto si sta cercando di rilanciare l’apertura dei rigassificatori, cioè degli impianti che permettono di riportare in forma gassosa il gas liquefatto per poi distribuirlo in rete. Aumentare la capacità di rigassificazione significa poter differenziare e ridurre l’import di gas dalla Russia.
Sul fronte delle fonti di energia, invece, occorre accelerare sulle rinnovabili: se entro giugno 2022 si riuscisse a far autorizzare 60 gigawatt di nuovi impianti rinnovabili, nel breve si potrebbero risparmiare 15 miliardi di metri cubi di consumo di gas. L’Italia, come riportato da Arera, dispone attualmente di una potenza efficiente lorda da impianti rinnovabili pari a 56,6 gigawatt, di cui circa 32 riconducibili all’eolico e al fotovoltaico, ma in media riesce a installare meno di 1 gigawatt di capacità rinnovabile all’anno.
Il ruolo dell’utility manager certificato
Il fattore tempo, dunque, è importante, soprattutto in un contesto così complesso, dove i mercati energetici subiscono variazioni brusche e costanti, che vanno a impattare sui costi fissi delle attività produttive, tanto che è diventato molto complesso e rischioso per un imprenditore gestire in autonomia le proprie forniture.
Secondo Assium, l’Associazione italiana degli Utility Manager, che del caro bollette si occupa già da ottobre 2021, molte Pmi si trovano costrette a rivedere, a più riprese, le previsioni di budget per il 2022: secondo gli ultimi dati, gli aumenti potrebbero infatti arrivare a un +250% anno su anno. E per un’impresa – tanto per dare un’idea concreta di quale sia oggi l’incidenza dei costi delle utenze di luce e gas – la stima del budget “bollette” per il 2022 è raddoppiato, nel giro di poche ore, da 700mila euro a 1,4 milioni di euro.
Che cosa possono fare, allora, le imprese per far fronte in modo efficace ai rincari dell’energia? Scegliere di avere al proprio fianco un Utility Manager certificato, un professionista cioè preparato e dotato di tutti gli strumenti per affrontare questa situazione di aumento generalizzato delle fatture di luce e gas.
Riconosciuto secondo la norma UNI 11782 del 2020, l’Utility Manager può fare la differenza, accompagnando e guidando l’imprenditore in un percorso completo di ottimizzazione dei costi; un consulente di fiducia impegnato a garantire la sostenibilità economica (ma anche la sostenibilità ecologica) del budget utenze attraverso un lavoro di selezione, pianificazione e aggiornamento della spesa energetica. L’obiettivo? Supportare le Pmi italiane affinché l’epoca delle transizioni green e l’aumento del costo delle materie prime siano affrontabili e anzi migliorino in efficacia ed efficienza la produzione.