L’ avvocato Gian Domenico Caiazza è intervenuto ad Omnibus su La7 per commentare il tema delle toghe e l’attuale riforma della giustizia. Il Dott. Gian Domenico Caiazza, presidente dell’Unione delle Camere penali, sostiene che la riforma deve essere approvata entro il 20 maggio dal Senato altrimenti salterebbero le nuove norme sulla rielezione del Consiglio Superiore della Magistratura. Gian Domenico Caiazza si dice molto preoccupato dall’ accenno fatto dalla senatrice Rossomando riguardo i decreti delegati attuativi dove si potrà venire incontro verso le pretestuose richieste della magistratura italiana. Sottolinea che il diritto allo sciopero non sia in discussione, il problema principale è il motivo per il quale si stia facendo lo sciopero.
Gian Domenico Caiazza spiega che la magistratura italiana, è abituata a scriversi da sola le norme sulla propria organizzazione dell’ ordinamento giudiziario e sugli avanzamenti professionali: “E’ da decenni che funziona così in questo paese. Da quando la politica è totalmente sottomessa al potere giudiziario. E’ abituato a scriversele da sole e a dettarle. Quindi perfino una riforma che noi, penalisti, abbiamo definito blanda, lacunosa ed incompleta. Ha però il merito e il pregio di mettere finalmente le mani in modo autonomo da parte del parlamento e governo su quei temi. E’ bastato questo a scatenare l’inferno”.
Gian Domenico Caiazza: “E’ una cosa ovvia dare una valutazione alla tenuta e alla qualità del tuo lavoro”
Gian Domenico Caiazza sottolinea che anche a riguardo al fascicolo ci sia già una circolare del 2007 identica. Già da oggi, si dovrebbero valutare i provvedimenti del magistrato per l’esito che hanno avuto nei gradi successivi: “E’ una cosa ovvia dare una valutazione alla tenuta e alla qualità del tuo lavoro”. Ad oggi, però, queste valutazioni avvengono in provvedimenti che il magistrato propone: “Vedi come sono stato bravo su questo e su quello?”. Inoltre continua Gian Domenico Caiazza, è previsto anche un controllo a campione: “Sarei disposto a scommettere che di fatto non avviene, tant’è vero che i risultati sono positivi al 99,6 %. Questo è un dato ufficiale. Significa che la valutazione non c’è. Questa riforma, invece, prevede che nel fascicolo confluiscano tutti i provvedimenti di quel giudice”.
Attualmente si è incominciato a mettere mano molto timidamente al tema dei “fuori ruolo” ciò significa che ad ogni governo che venga formato, appartenente a qualunque colore politico, 200 magistrati vengono distaccati dalle loro funzioni. Il distacco riguarda il ruolo che hanno vinto dopo aver partecipato al concorso. Questi magistrati verrebbero messi ad amministrare a livelli apicali nell’ esecutivo, nei ministeri, ed in particolare (quasi 100 di loro) andrebbero al ministero di giustizia determinando una commissione fisica tra il potere esecutivo/legislativo ed il potere giudiziario. Questa riforma stabilisce che debbano essere un numero inferiore i magistrati coinvolti: “Si sono disseminate, nel ritorno dei fuori ruolo, una serie di difficoltà che rende la scampagnata nel potere esecutivo un po’ più disagevole. E’ bastato questo per far scioperare i magistrati in Italia. E’ bene che si sappia che si scioperi per questo”, conclude polemico ancora Caiazza.