Olexsander Kamyshin in questo momento è quasi più importante di un generale, lo si potrebbe definire il nemico numero due di Vladimir Putin dopo il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Questo perché è il direttore delle ferrovie ucraine, una delle “armi” più potenti di Kiev, perché spostano armi, beni e persone. Infatti, definisce i ferrovieri ucraini dei combattenti: «Sicuramente, 117 lavoratori della nostra società sono rimasti uccisi, 132 feriti, 3 invece sono in ostaggio delle forze russe. Gli altri continuano a lavorare, sono delle persone di acciaio, che stanno facendo funzionare la compagnia ogni giorno, non c’è modo di fermarli».
Ne ha parlato a Mezz’ora in più, confermando che gli attacchi alla rete ferroviaria ucraina da parte dell’esercito russo sono aumentati: l’obiettivo di Mosca è impedire l’arrivo delle armi dall’Occidente. «Nei giorni peggiori, quando la Russia occupava le zone a nord di Kiev, funzionava solo il 75% della rete, ora siamo tornati al 90%. Dopo che le truppe ucraine hanno ripreso il controllo di quell’area, abbiamo immediatamente lavorato per ripristinare i collegamenti ferroviari», tranquillizza Olexsander Kamyshin.
“RUSSIA CI COLPISCE OGNI GIORNO, MA NOI…”
In questi due mesi di guerra in Ucraina i treni hanno continuato a funzionare, portando in salvo tantissime persone. «Abbiamo evacuato 4 milioni di persone da sud ed est verso l’ovest dell’Ucraina, la metà di questi nei paesi vicini. Il programma continua, anche se a ritmi molto più bassi. Adesso stiamo evacuando dal Donbass le persone più vulnerabili, quelle che hanno più difficoltà a muoversi», conferma Olexsander Kamyshin a Mezz’ora in più.
Il direttore delle ferrovie ucraine ha dato anche una definizione della società in questo contesto così complicato: «Le ferrovie ora sono una ancora di salvezza per gli ucraini. È stupido colpire le ferrovie. La Russia ci colpisce costantemente, ogni giorno». Ma gli ucraini non si perdono d’animo: «Noi abbiamo trovato un modo per riparare i danni e andare avanti».