ANCORA SCONTRI A MARIUPOL. CREMLINO: “NO ACCORDO PUTIN-PAPA”
«Violenti combattimenti sono in corso nell’acciaieria Azovstal di Mariupol»: lo ha detto alla tv ucraina il sindaco di Mariupol, Vadym Boichenko. Non si placa la tensione su Donbass e sulla città sul Mar d’Azov, con l’assalto russo smentito in realtà a più riprese dal comando militare di Mosca:
«L’ordine è stato dato pubblicamente dal comandante in capo (Putin) di annullare qualsiasi assalto. Non c’è nessun assalto», ha ribadito il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov. L’Ucraina insiste che invece ha perso i contatti con i civili e militari rimasti all’interno dell’acciaieria Azovstal: la Russia di contro sostiene che le forze militari stiano assediando il sito siderurgico di Mariupol «intervenendo solo per fermare rapidamente i tentativi dei combattenti ucraini di raggiungere delle postazioni di tiro». Dopo l’appello di Papa Francesco contro il rischio di una terza guerra mondiale, con annesso invito alla Russia di accettare l’incontro tra il Pontefice e Vladimir Putin, “variegati” sono state le reazioni tanto da Mosca quanto da Kiev: se l’ambasciatore russo presso la Santa Sede ha salutato con favore l’interessamento di Francesco («Bergoglio sempre gradito»), dall’Ucraina si è visto con tiepidezza l’intervento del Santo Padre («bene ma restiamo scettici», ha detto la vicepremier Iryna Vereshuchuk al “Corriere della Sera”). Netto invece il risentimento del Patriarcato di Mosca contro le parole usate da Papa Francesco in merito all’ultimo incontro in video conferenza con Kirill: «È deplorevole che un mese e mezzo dopo la conversazione con il Patriarca Kirill, Papa Francesco abbia scelto il tono sbagliato per trasmettere il contenuto di questa conversazione. Tali dichiarazioni difficilmente contribuiranno all’instaurazione di un dialogo costruttivo tra le chiese cattolica romana e ortodossa russa, che è particolarmente necessario in questo momento». Infine è il Cremlino a ribadire come al momento non esista ancora alcun accordo tra Vaticano e Mosca per un incontro a breve tra Papa Francesco e il Presidente Putin.
TERZA GUERRA MONDIALE: RAID IN TUTTA L’UCRAINA, ALLARME MARIUPOL
Sono almeno 34 gli attacchi missilistici dalla Russia – nelle ultime 12 ore – contro diversi obiettivi tra Donbass, Mariupol, Odessa, Kiev e Leopoli: la terza guerra mondiale paventata e denunciata da Papa Francesco ormai da oltre due mesi sembra sempre più “concreta” nel suo sviluppo, con la Russia e l’Occidente ormai ai ferri più che corti sul fronte Ucraina.
Entrati nel 70esimo giorno di guerra, la telefonata di oltre due ore ieri tra Macron e Putin non sembra aver risolto granché, dato che qualche ora dopo le bombe hanno cominciato a piombare sulla testa degli ucraini, a cominciare dall’acciaieria di Mariupol dove in teoria è ancora in corso l’evacuazione dei civili intrappolati all’interno di Azovstal. «Oggi, con il sostegno delle Nazioni Unite e della Croce Rossa, stiamo evacuando i civili dalla regione per raggiungere Zaporizhia. Gli autobus sono già partiti da Mariupol», ha spiegato al Guardian il governatore ucraino di Donetsk, Pavlo Kyrylenko. Gli attacchi al Donbass e a Mariupol però non si placano e così il Presidente ucraino Zelensky nel suo ultimo messaggio lancia un appello al Cremlino e all’Occidente stesso: «Continueremo a fare di tutto per far uscire la nostra gente da Mariupol e Azovstal, sia civili che militari. È difficile, ma abbiamo bisogno di tutti coloro che sono lì. Non c’è stato un solo giorno in cui non ci siamo occupati di loro, in cui non abbiamo cercato di risolvere la questione». Di contro, sempre Zelensky diffida dagli impegni presi dalla Russia, in quanto «Siamo riusciti a risolvere la questione del cessate il fuoco per quasi tre giorni, in modo che il corridoio umanitario funzionasse. Ora le truppe russe non rispettano gli accordi. Continuano gli attacchi massicci ad Azovstal».
6° PACCHETTO DI SANZIONI ALLA RUSSIA: LA GUERRA DELL’OCCIDENTE
Mentre prosegue la terribile battaglia sul campo, con l’accelerazione avuta nelle ultime ore che fa presagire una sorta di “assalto finale” nei prossimi giorni da parte del Cremlino per forzare la mano sul Donbass, la terza guerra mondiale è già iniziata quantomeno sul fronte economico-energetico.
Le accuse e contro-accuse tra Mosca e Nato proseguono, con l’Unione Europea che segna oggi un passaggio importante nel contrasto all’economia e commercio russe: Bruxelles ha lanciato questa mattino il piano per il sesto pacchetto di durissime sanzioni contro la Russia, annunciando con la Presidente Von der Leyen un graduale embargo totale al petrolio russo. «Putin deve pagare un alto prezzo per questa sua aggressione brutale, il futuro dell’Unione Europea è scritto anche in Ucraina», ha spiegato all’Europarlamento stamane la Presidente della Commissione Europea. Tra i vari punti sul tavolo, il divieto di trasmissioni per emittenti tv russe in Europa, l’esclusione dal circuito di pagamenti Swift di un altro importante istituto, la Sberbank, «di gran lunga la più grande banca della Russia». Infine anche lo stop ai servizi di consulenza a Mosca: «Il Cremlino si affida a contabili, consulenti e spin-doctor dall’Europa. E questo ora si fermerà. Stiamo vietando la fornitura di questi servizi alle società russe», ribadisce Von der Leyen. Poi il lento, complicato e tutt’altro che “condiviso unitariamente” processo di embargo al petrolio: «Proponiamo un divieto del petrolio russo, un divieto totale d’importazione di tutto il petrolio russo, via mare e via oleodotto, greggio e raffinato. Ci assicureremo di eliminare gradualmente il petrolio in modo ordinato, in modo da permettere a noi e ai nostri partner di assicurare vie di approvvigionamento alternative e di ridurre al minimo l’impatto sui mercati globali. Questo è il motivo per cui elimineremo gradualmente il greggio russo entro sei mesi e i prodotti raffinati entro la fine dell’anno», ha concluso la Presidente Ue, confermando l’imprinting di intenzioni e “consigli” lanciati ieri dal Presidente del Consiglio Mario Draghi nel suo discorso alla plenaria di Strasburgo.