Raoul Bova è intervenuto in qualità di ospite ai microfoni di “Ti Sento”, trasmissione di Rai Due condotta da Pierluigi Diaco e andata in onda nella seconda serata di ieri, martedì 3 maggio 2022. L’attore, che in queste settimane stiamo vedendo calarsi nei panni di don Massimo nella fiction di Rai Uno “Don Matteo“, ha esordito rivelando di non avere mai mentito nel corso della sua vita: “Forse ho omesso di dire alcune cose, in quanto è giusto che ci sia una parte di sé pubblica e una parte un po’ più riservata”.
Nonostante la grande notorietà e la considerevole esposizione mediatica alla quale è sottoposto, Raoul Bova ama prendersi istanti tutti per sé: “La solitudine diventa l’unico spazio di libertà individuale e mi piace averlo. Io penso, rifletto e cerco questo momento tutto per me. Non mi spaventa: mi accarezza, mi culla, ci sto comodo. Quando sono solo, i pensieri vanno in tante direzioni, come ad esempio a quello che farò da grande… Penso spesso a cosa sognavo da bambino e a quello che poi sono diventato”.
RAOUL BOVA: “NON RIESCO A GIRARMI DALL’ALTRA PARTE DI FRONTE A UN’INGIUSTIZIA”
Raoul Bova sarà per sempre attore o ci sono altri piani nel suo avvenire? “Mi piacerebbe fare altro – ha confessato a ‘Ti Sento’-. Penso che uno non si debba limitare in quello che fa, ma debba ricercare dentro se stesso cosa vuole fare. Essere libero di viaggiare, di seguire ciò che sente. Mi è capitato con la Croce Rossa di vedere realtà che non avevo mai visto o sulle quali non mi ero mai soffermato. Vorrei avere una coscienza più dentro al mondo per apprezzare meglio ciò che ho. Questo impegno non diventerà, però, politico. Non riesco a girarmi dall’altra parte di fronte a un’ingiustizia”.
La tenuta psicologica in questi due anni di pandemia com’è stata? “Ho vissuto in maniera molto cosciente – ha replicato Raoul Bova –, cercando di galleggiare, di non andare troppo a fondo, in quanto si aveva il rischio di non tornare più su. Ho sempre cercato di fare, di non sentirmi inutili, di non sentirmi impotente. Queste sono cose che mi spaventano, perché mi fa male non riuscire a dare il mio contributo”.