Mascherina al lavoro, sì o no? Cambia l’obbligatorietà dell’utilizzo o meno del dispositivo di sicurezza in base al luogo di lavoro. Le differenze nell’uso delle mascherine al chiuso nel pubblico e nel privato stanno causando non pochi problemi e incomprensioni nei lavoratori, che non si spiegano la decisione arrivata dal Governo. La differenza dettata dalla politica ha fatto sorgere infatti delle domande.
Massimo Andreoni, primario di infettivologia al Policlinico Tor Vergata di Roma e direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit), ne ha parlato all’Adnkronos Salute: “Le decisioni sono incomprensibili perché non è che nel primo non c’è il rischio di contagiarsi e nel secondo sì”. L’infettivologo è preoccupato proprio da “la confusione che si genera negli italiani con questi messaggi, così hanno la sensazione che il dispositivo non serva più”. Obbligando infatti all’utilizzo nel privato e raccomandandola invece nel pubblico (al chiuso), si creano dei malintesi.
Mascherina al lavoro, si rischia di creare confusione
Il primario di infettivologia del Policlinico Tor Vergata, oltre a parlare della decisione del Governo sull’utilizzo della mascherina al lavoro, ha spiegato anche qual è la situazione ancora in auge in Italia. La curva, infatti, ancora non scende e dunque i casi ci sono ancora e sono molti. Questo vuol dire che creare negli italiani l’aspettativa che la mascherina non sia più necessaria, si rischia di peggiorare la situazione.
Massimo Andreoni ha infatti spiegato: “I dati epidemiologici indicano che siamo di fronte a una discesa molta lenta della curva, molto più lenta rispetto allo stesso periodo del 2021. Questo testimonia che il virus circola abbondantemente e con una altissima trasmissibilità, non siamo fuori pericolo e dobbiamo ancora vigilare ed essere prudenti nei comportamenti quotidiani”.