Greta Gila, modella che ha perso ogni possibilità di lavorare dopo essere stata scambiata erroneamente per una narcotrafficante, è intervenuta ai microfoni di “Storie Italiane”, trasmissione di Rai Uno condotta da Eleonora Daniele e andata in onda nella mattinata di martedì 10 maggio 2022. La giovane ha ripercorso quanto vissuto sulla propria pelle: “Ho incontrato un uomo che mi ha presentato il manager di un’agenzia di moda. Poi mi ha detto che sarebbe arrivata la stylist nella mia camera d’albergo. Lei ha bussato alla mia porta: ho visto un uomo e subito molti altri uomini armati sono entrati nella mia stanza. Mi hanno arrestato, ma io ho pensato che mi stessero rapendo. In realtà era la Guardia di Finanza”.
Greta Gila ha riferito di essere stata 74 giorni in carcere “senza potere comunicare con nessuno, a parte un messaggio di posta elettronica inviato ai miei familiari”. I narcotrafficanti avevano utilizzato questo servizio fotografico come una copertura, un espediente per condurre i loro traffici illeciti a insaputa totale della ragazza, che per lungo tempo ha provato a spiegare la sua totale innocenza in relazione al reato che le veniva contestato, ma inutilmente.
GRETA GILA, L’AVVOCATO SCARINGELLA: “LIQUIDATI 22.200 EURO DI RISARCIMENTO, MA…”
Nel prosieguo di “Storie Italiane”, l’avvocato di Greta Gila, Massimiliano Scaringella, ha asserito: “Mi si è raggelato il sangue quando mi è stata raccontata la vicenda. Sono andato a trovarla subito in carcere e le ho chiesto se ricordasse la password dell’iPhone. Lei mi ha risposto di sì e grazie a questo i genitori sono riusciti a fare un altro iPhone identico al suo. Mi hanno mandato tutta la documentazione, che però al riesame è stata rigettata subito, in quanto si presupponeva che i documenti non fossero autentici. Questo è quello che mi è stato contestato”.
A Greta Gila sono stati liquidati “22.200 euro di risarcimento. Preciso che l’ordinamento italiano non prevede un risarcimento commisurato al danno, ma un equo indennizzo. L’indennità massima è di 516mila euro, commisurata al massimo della custodia cautelare. Sto valutando di portare la questione al cospetto della Corte europea per i diritti dell’uomo e credo si possa arrivare a ottenere qualcosa”.