Un bimbo disabile è stato paragonato alla “gastrite” dalle sue maestre, che insegnano presso una scuola primaria di Torino. Come raccontato nel corso della trasmissione di Rai Uno “Storie Italiane”, condotta da Eleonora Daniele e andata in onda nella mattinata di mercoledì 11 maggio 2022, il piccolo adesso si sente un peso per queste maestre e lo dice apertamente anche a casa. Ma come ha fatto la madre a scoprire i messaggi choc che campeggiavano in questa chat?
A raccontarlo è stata lei stessa, ai microfoni dell’inviato Alessandro Politi: “Qualche tempo fa ho ricevuto questi messaggi da parte di un insegnante di mio figlio, che ha voluto denunciare l’accaduto, girandomi gli screenshot degli sms che venivano inoltrati in un gruppo WhatsApp. In essa, la nostra famiglia e nostro figlio, paragonato alla gastrite, venivano derisi e si esprimeva la volontà di allontanarlo il più possibile dal contesto classe. Le sue maestre non lo volevano perché mio figlio è difficile da gestire e, di conseguenza, avere a che fare con lui significa usare determinate strategie. Forse loro non ne avevano voglia… Sicuramente non è un bambino che sta tutto il giorno fermo, seduto al banco”.
BIMBO DISABILE PARAGONATO A GASTRITE. L’AVVOCATO SERGIO PISANI: “ABBIAMO SPORTO DENUNCIA ALLA PROCURA”
Nel prosieguo di “Storie Italiane”, l’avvocato Sergio Pisani, legale difensore della mamma del bimbo disabile paragonato alla gastrite dalle sue maestre in una chat che definire “choc” pare addirittura riduttivo, ha detto: “Noi abbiamo presentato una denuncia alla Procura di Torino. Questo caso è molto simile a un altro trattato a Roma, ma qui ci sono comportamenti che vanno oltre alla denigrazione. Queste insegnanti devono capire che non è una colpa del bambino se ha una disabilità”.
Purtroppo “stanno arrivando tantissime segnalazioni simili, dunque non si tratta di casi isolati. Chiunque si imbatta in notizie come queste, non deve avere paura, ma deve denunciare. Si devono aprire veramente gli occhi su quello che sta accadendo nei confronti dei disabili, che vanno protetti maggiormente nelle scuole”.