Veronica Pivetti ospite a Domenica In: come affronta i suoi momenti bui
Si intitola “Tequila bang bang” il nuovo libro di Veronica Pivetti: “Dopo il sesso la strage! Questo è un giallo comico”, ha spiegato oggi ospite di Domenica In, “Ho voluto provare col giallo proprio tosto, nel senso che muore un sacco di gente, muore male ma si ride”, ha aggiunto. “Io penso che se la polizia postale intercetta il mio computer…”, ha spiegato. Tutto però è frutto della sua fantasia.
Di lei si sa sempre molto poco, come mai? “Si chiama vita privata, chi non ci riesce è perché non ci vuole riuscire”, ha commentato l’attrice ed ora scrittrice, “quando dicono li lascio dire”. “A me piace parlare di me per il mestiere che faccio”, ha aggiunto. Massimo Gramellini, anche lui molto restio, ha voluto dedicarle un messaggio di stima molto importante, in cui la definisce “una che ha fatto tutto eppure il suo segreto è che sta sempre per cominciare”. A proposito di filmati, anche quello con Carlo Verdone ai tempi del film che vedeva proprio la Pivetti protagonista in Viaggi di nozze. All’epoca, nel ’95, Veronica parlando di sé ha raccontato: “ero una ragazza, oggi sono una signora di 57 anni. Non sapevo un sacco di cose, ero molto più candida, avevo tutta la vita davanti, cosa che credo di avere ancora. Dovevo passare dei momenti meravigliosi e anche molto brutti ma va bene così, sono davvero una persona fortunata”. Nei suoi momenti bui, ha ammesso di cercare sempre di tenere duro sebbene non sia sempre facile. “Sto imparando a tenere duro e a dire che le cose andranno meglio. Mi godo il dolore, nel senso che non scappo quindi lo imparo e lo digerisco, ci convivo”. Parlando dei suoi momenti bui ha spiegato di aver avuto vicino persone che le hanno dato molto coraggio. (Agg. di Emanuela Longo)
Veronica Pivetti e la sorella Irene: “Mai sentita facilitata o a disagio”
Essere nel cuore del pubblico grazie ai propri risultati professionali non significa essere esenti da problemi nella propria vita privata. E gli esempi anche tra i personaggi famosi non mancano. Basti fare il nome di Veronica Pivetti, che si è avvicinata alla recitazione grazie ai genitori, rispettivamente regista e attrice, ma che ha conosciuto in prima persona la solitudine, soprattutto dopo la separazione dal marito, il collega Giorgio Ginex.
Avere una sorella “ingombrane” come Irene (la più giovane presidente della Camera della storia) è stato altrettanto complesso. Pur lavorando in due ambiti diversi, infatti, lei non si è sentita apprezzata come avrebbe voluto. E a distanza di tempo non ha alcun timore a confessarlo: “Ero impegnatissima su altro e cominciai ad avere belle occasioni, di cui lei non sapeva assolutamente nulla – ha detto in un’intervista al ‘Corriere della Sera’ -. Non mi sono mai sentita facilitata e nemmeno a disagio per il mestiere che svolgevo lontano dal suo”.
Veronica Pivetti: una vita non solo di successi
Forse non tutti lo ricordano, ma Veronica Pivetti ha vissuto anche un momento di cui si vergogna profondamente e che rappresenta per lei una macchia difficile da cancellare. Lei, infatti, è stata fermata per un furto al supermercato. Questo non è avvenuto però in una fase di difficoltà economica, bensì quando era già un personaggio noto: “Follia pura. Ero reduce da un Festival stratosferico, dove mi avevano visto milioni di persone e io rubo un pacco di sottilette. Ma mi hanno beccato subito! Mi fermano all’uscita chiedendomi: signora cos’ha nella borsa? Ovviamente ho immediatamente tirato fuori il malloppo e pagato quello che dovevo, scusandomi…La classica bravata da idiota, che figura di m***”.
I problemi personali che lei ha dovuto affrontare non si sono però limitati a questo. L’attrice ha infatti vissuto una fase di forte depressione in uno dei periodi più importanti della sua carriera. “La depressione mi è venuta a causa di un problema alla tiroide: sono stata curata male, con un abuso di farmaci sbagliati. Però ho continuato sempre a lavorare. In quel periodo ero nel Maresciallo Rocca. Riuscivo a sdoppiarmi, fingevo e proprio questo mi ha aiutato: immergermi in un personaggio tutt’altro che drammatico, mi faceva uscire dal mio stato depressivo. Tra un ciak e l’altro, pero?, un fiume di lacrime e la mia truccatrice mi inseguiva per riattaccarmi sulle palpebre le ciglia finte”.