Dove mai vi condurremo stavolta, cari lettorastri (amici lettori dei ComicAstri) in questa sorta di rocambolesco virtual tour che è Sfooting, il nostro appuntamento settimanale di invito al cazzeggio più dissipato?
In questo non felicissimo periodo, dove le certezze sono da scovare con il lanternino, avere una roccia a cui aggrapparsi, un salvagente col quale rimanere a galla, un giubbotto antiproiettile (la guerra c’è, eccome) col quale provare a sopravvivere, è una clamorosa opportunità sulla quale poggiare le nostre tremule sorti.
Noi ancora una volta, abbiamo trovato la nostra occasione: il Cisio ci è venuto in soccorso! Tarcisio Ficosecco è il titolare dell’omonima azienda (lo diciamo solo per qualche smemorato lettorastro) leader nel settore dell’helpful-useless (nel linguaggio internazionale dell’e-commerce, l’equivalente del nostro utile-futile), della quale molte volte ci siamo occupati (per esempio, qui).
Lo contattiamo telefonicamente per un affettuoso scambio d’opinioni. “Ma desciulevet, senò indomà ansè che amò” (Svegliatevi, se no domani siamo ancora qui).
(Non stiamo ovviamente a sottolineare come la traduzione dell’intera intervista, al netto di qualche colorita espressione come quella appena riportata, sia farina del nostro sacco).
Allora Cisio, partiamo sparati, visto che oltretutto siamo praticamente in guerra: come si destreggia la tua azienda nel bel mezzo del conflitto russo-ucraino?
Non vi nego la mia preoccupazione: mi rallenta gli affari, e non solo nell’Est Europa; se manca persino il necessario, chi investirà più sull’utile-futile? Se è solo una corsa all’acquisto delle armi, per continuare i combattimenti, se taluni (non faccio nomi) coltivano l’insana idea di coinvolgere nel conflitto anche altri paesi… non vorrei scoppiasse il finimondo della terza guerra mondiale.
Hai ragione, ma al momento i negoziati di pace sembrano improbabili, quando non impossibili. Non credi che prima bisognerebbe far deporre le armi?
Esatto! Ed è proprio per questo che ho deciso di trasformare la preoccupazione, un pensiero inerte, utile alla staticità negativa, in preoccup-azione, un dinamismo che porta a soluzioni diverse da un conflitto privo di senso, se non per qualche potente. Me su mea un c’al süda adòma intat chèl mangia (Sono mica uno che suda solo mentre mangia). Ecco perché, sin dalle prime ore dopo il 24 febbraio, ho messo al lavoro tecnici e maestranze della mia fabbrica di Sparate di Sopra (provincia di Bergamo, la mia patria d’origine, alla quale sono molto devoto), quella che storicamente si è sempre occupata della produzione di armi da fuoco – ovviamente d’artificio, e naturalmente in piena regola secondo le direttive europee -, per mettere a punto delle armi che… facciano deporre le armi!
Non abbiamo capito un… ficosecco, se non che l’iniziativa è intrigante.
Eeeh, già. Ho pensato: “Cisio desciulet, senò indomà ansè che amò” (Cisio, fai alla svelta, se no domani siamo ancora qui). Bisogna far succedere qualcosa di così… scoppiettante che induca i due eserciti ad abbandonare le trincee, gli assalti, gli attacchi: così ho fatto produrre alcuni armamenti utili allo scopo.
Allora entriamo nel vivo della questione: bombardaci di idee!
Ci provo, sebbene voi apparite come due che…dopo sik pass si amò sö chèla pianèla (Dopo sei passi siete ancora sulla medesima piastrella, cioè… non gli sembriamo dei fulmini di guerra nel cogliere le sue intuizioni). Avete mai sentito parlare dell’oboice?
No.
Per forza, se non lo inventavo io, non esisteva! Si tratta di un pezzo d’artiglieria calibro 400 mm. Di fatto è un obice, se non che il terminale, la punta della canna, è una tromba d’ottone, simile a quella dei vecchi grammofoni. Una volta caricato, è in grado di diffondere a tutto volume una serie selezionata di concerti per oboe, come il Concerto brandeburghese n. 2 in Fa maggiore di Bach, il concerto per oboe in Re maggiore di Strauss o le 3 Romanze per oboe e pianoforte di Schumann. Le vostre facce denotano due servel de poia (cervelli di gallina), ma vado avanti ugualmente. L’oboice, con un calibro quasi doppio rispetto ai pezzi più potenti, è in grado, una volta trasportato sino alla prima linea del fronte, di surclassare il rumore delle armi. Il suo utilizzo massiccio induce a sentimenti di fraternità, pace e concordia. La musica affratella, è provato scientificamente…
Chiamiamola, a suo modo, arma non convenzionale. Altre soluzioni?
Il farro armato. Si tratta di bombe di farro, “armato”, appunto, di semi di psillio e idrossido di magnesio, due potenti lassativi. Il farro armato può essere facilmente trasportato da mastodontici carri armati, come il gigantesco T-90M russo, che ne possono contenere in grande quantità. Una volta selezionati, i bersagli possono essere facilmente colpiti dal farro. Le confezioni monodose biodegradabili possono essere consumate dai militari, che ne vengono “colpiti” con estrema facilità. L’effetto evacuativo, assolutamente positivo e utile all’intestino, insorge nel giro di qualche ora, costringendo i soldati ad abbandonare le armi e correre prontamente verso la ritirata. Spero ciascuno la sua, e che ce ne siano tante…
Abbiamo lo spazio per una sventagliata finale…
Ve farò sifula i orège (vi faccio fischiare le orecchie), ma non saranno proiettili veri. Sto mettendo a punto anche una compagnia teatrale di sole donne, “le Mitragliattrici”, interpreti del teatro No giapponese, che mettono in scena una rappresentazione risalente al XIV secolo. La lentezza dell’opera, la severa grazia assai spartana e l’uso di maschere caratteristiche sembrano fatte apposta per far cadere in un sonno profondo i due eserciti, già provati da mesi di fatiche, pericoli e lontananza da casa.
Visto così, è tutto molto affascinante e assolutamente praticabile. Insomma, il Cisio… benefattore dell’umanità?
Ma nooo!. Sono semplicemente uno a cui piace fa i sölcc infina so ü pel de pioöcc (fare i soldi anche con la pelle dei pidocchi). E adess, ve salùdi, che göo da faa!
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