RUSSIA CONTINUA LA GUERRA IN UCRAINA
«Nonostante le attuali difficoltà, la Russia continuerà la sua operazione militare speciale fino al raggiungimento degli obiettivi, compresa la demilitarizzazione e denazificazione dell’Ucraina e la difesa delle repubbliche di Donetsk e Lugansk, saranno completamente raggiunti»: a dirlo il vice capo del Consiglio per la Sicurezza nazionale di Mosca, Rashid Nuurgaliyev.
I negoziati per evitare la terza guerra mondiale restano dunque molto complessi, anche se un “test” è quello in corso a Mariupol, dove l’evacuazione dell’Azovstal prosegue non senza intoppi. È però a livello internazionale, oltre che nei territori “mira” delle forze russe, che il destino della guerra in Ucraina si sta giocando: dall’Unione Europea arrivano infatti altri 9 miliardi di euro di aiuti a Kiev, con il Cremlino che prosegue nelle sue invettive contro le scelte Nato-G7. «L’adesione alla Nato è un diritto sovrano della Svezia, ma la reazione della Russia e le possibili contromisure dipenderanno dalle conseguenze reali dell’integrazione del Paese nell’alleanza», spiega il Ministero degli Esteri russo in una nota. Da Ankara, il Presidente della Turchia Erdogan conferma il suo personale “niet” all’adesione di Helsinki e Stoccolma all’Alleanza: «gli alleati ascoltino le nostre preoccupazioni e ci sostengano. Non possiamo dire sì: sostenere il terrorismo e chiedere il nostro sostegno è una mancanza di coerenza». Intanto decine di diplomatici di Italia, Francia e Spagna sono stati ufficialmente espulsi dalla Russia in risposta alla medesima azione avvenuta ad inizio aprile da diversi Paesi Ue.
TERZA GUERRA MONDIALE TRA NATO E OCCIDENTE? LA SITUAZIONE
Chiamarla terza guerra mondiale rischia alle volte di scatenare panico inutilmente, eppure quanto avviene ormai da 84 giorni in Ucraina rischia seriamente per la prima volta nella storia del Dopoguerra di “avvicinare” lo spauracchio di un nuovo conflitto totale.
I negoziati di pace sono stati interrotti – con due versioni opposte offerte da Ucraina e Russia – e la diplomazia mondiale non sembra fare passi avanti, anzi: l’Occidente e il Cremlino continuano nello scontro a distanza, sebbene qualche “spiraglio di speranza” è possibile intravederlo dopo il ritorno al dialogo tra Usa e Russia, dopo la richiesta di Francia-Germania-Italia di stabilire un confronto costante con Mosca e dopo l’attenuazione delle invettive di Putin contro i nemici occidentali. Nel mezzo però è la situazione potenzialmente “detonante” della Nato a lasciare tutti sul chi va là: stamane Finlandia e Svezia hanno presentato ufficialmente le domande di adesione all’Alleanza Atlantica, con il segretario generale Jens Stoltenberg che ha commentato «Questo è un momento storico in un momento critico per la nostra sicurezza. Speriamo di concludere rapidamente il processo di adesione». Il Cremlino aveva già sottolineato di non temere particolarmente l’adesione dei due Paesi scandinavi come una reale minaccia, sempre che però non vengano lasciate armi nucleari e basi Nato all’interno di Finlandia e Svezia. Lo scontro con la Turchia – non d’accordo con l’adesione – e le potenziali conseguenze di tale operazione rendono comunque la guerra in Ucraina con confini ben più ampi di quelli attualmente “esistenti”.
GUERRA IN UCRAINA, ANCORA BOMBE SU DNIPRO. COSA SUCCEDE A MARIUPOL
«La Russia non permetterà che scoppi la Terza Guerra mondiale»: lo ha detto il vice presidente del Consiglio di sicurezza russo Dmitry Medvedev, in risposta alle tensioni internazionali generate dalla guerra in Ucraina e soprattutto al grado i massima tensione attuale tra Cremlino e Casa Bianca.
Dopo la Turchia, anche l’Ungheria si è proposta di mediare ai negoziati di pace in quali però stentano ancora a decollare: sul campo infatti il conflitto non si è fermato, sebbene si sia attenuato da qualche giorno. La situazione a Mariupol con l’evacuazione dell’acciaieria Azovstal è sempre ad alto rischio: «prosegue la missione di evacuazione dei soldati ancora all’interno delle acciaierie Azovstal», spiega il Presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che aggiunge «Questi eroi ucraini che hanno adempiuto la loro missione saranno scambiati con prigionieri russi per consentire loro di tornare nel Paese il più rapidamente possibile». Per la vice ministro della Difesa ucraina, Hanna Maliar, «Ci sono ancora molte persone rimaste nell’Azovstal e continuiamo i negoziati per farle uscire da lì»: nell’intervista alla BBC la rappresentante del Governo di Kiev ribadisce poi che «Le trattative sono ancora in corso e speriamo vivamente in un risultato positivo». Intanto però le truppe russe non si fermano su Donbass e resto del Paese: all’alba un attacco missilistico è stato segnalato dal mare verso la regione di Odessa, poco prima era invece stata Dnipro ad essere vittima di due lanci missilistici a lunga gittata.