Le aziende di Piacenza, in cerca di tecnici, stanno cercando personale direttamente nelle scuole, fra i maturandi e non solo. Prosegue la crisi di lavoratori qualificati in Italia, e non è soltanto il settore della ristorazione a subirne le conseguenze. E così che nella nota cittadina emiliana, un’ottantina di imprese della zona effettueranno lunedì dei colloqui presso la scuola superiore “Marconi”, per individuare fra gli studenti delle classi quinte e quarte, possibili lavoratori. Un’iniziativa non inedita, visto che da anni esiste la collaborazione fra scuola e lavoro, ma questa volta potrà sfociare, come sottolinea il Corriere della Sera, in un vero e proprio contratto di lavoro.
“Colpisce, stavolta, il fatto che i datori di lavoro vadano a fare direttamente «scouting» tra chi non è ancora diplomato”, commenta il giornale di via Solferino, che poi sottolinea come il problema sia il “mismatch” fra domanda e offerta, ovvero, la carenza di figure qualificate e la presenza di una fascia poco istruita e difficile da collocare. L’istituto superiore Marconi prepara periti meccanici, infermatici, chimici, logistici, tutte figure che sono estremamente richieste dalle imprese, e i colloqui di lunedì riguarderanno circa 350 ragazzi; le aziende che saranno coinvolte sono tutte della zona e hanno già collaborato in passato in percorsi di alternanza fra scuola e lavoro.
MANCANO TECNICI, A PIACENZA COLLOQUI IN AULA: INEFFICIENZA FRA DOMANDA E OFFERTA
Stando a quanto segnalato dalle statistiche a firma Anpal e Istat, in Italia vi sarebbero circa 400mila posti di lavoro vacanti, che le imprese non riescono a occupare, e numeri che si sono rialzati dal post covid. Andrea Garnero e Massimo Taddei, esperti del settore, sottolineano come sia normale che non sempre domanda e offerta si incontrino, ma fa specie che ciò accade in una nazione con 2.4 milioni di disoccupati.
«Se l’“inefficienza” nell’incontro tra domanda e offerta di lavoro – spiegano i due esperti – fosse destinata a perdurare (e magari a crescere con la transizione verde e digitale), la realizzazione degli ambiziosi piani di investimento del Piano nazionale di ripresa e resilienza sarebbe a rischio».