Franco Gatti e la moglie Stefania Picasso sconvolti dalla morte del figlio Alessio
Alessio e Stefania Picasso, figlio morto e moglie Franco Gatti, storico componente de I Ricchi e Poveri. La coppia è felicemente sposata da diversi anni e la donna è estranea al mondo della musica e dello spettacolo anche se si è fatta conoscere in seguito ad un avvertimento tragico della loro vita familiare. La morte del figlio Alessio, scomparso giovanissimo, ha spinto i genitori a raccontare questo enorme lutto in diversi salotti televisivi. Il ragazzo, morto nel 2013, è venuto a mancare per un eccesso di alcol e droga assunti in un momento particolare della sua esistenza; Alessio, infatti, viveva un momento delicato e non è da escludere che fosse in uno stato depressivo o comunque di disequilibrio psichico. Proprio il padre, parlando del figlio, ha confessato nemo salotto di Vieni da me di Caterina Balivo: “mio figlio beveva, beveva e beveva. Ed è stata anche un po’ la sua disgrazia”.
A soli 23 anni Alessio Gatti è morto per un cocktail di alcol ed eroina costatogli la vita. La conferma è arrivata dall’autopsia sul corpo del giovane ragazzo da parte della Procura di Genova e realizzata dall’Istituto di Medicina legale che ha stabilito che la causa della morte è stato un infarto.
Franco Gatti ricorda il figlio morto Alessio
Proprio Franco Gatti, storico leader de I Ricchi e Poveri, ha raccontato: “Alessio ha fatto una cazzata, la prima della sua vita, con gli stupefacenti e in un momento in cui non stava bene. E l’ha pagata così”. Non solo, il cantante de I Ricchi e Poveri ha parlato anche di un aneddoto particolare sulla morte del figlio: “a casa veniva sempre un gabbiano la mattina a trovarmi. Lo guardavo e poi se ne andava. A Mosca poi pensai a mio figlio e vidi un gabbiano. Se non era un messaggio questo?”.
Nonostante il grande dolore e il vuoto incolmabile lasciato dalla morte del figlio, il cantante de I Ricchi e Poveri è convinto di una cosa: “credo che ci rincontreremo, lo spero. Io mio figlio lo sento vicino. Era incredibile, dotato di una grande genialità. Io ho sempre giocato nei titoli borsistici, gli feci vedere come facevo, dopo sei mesi era migliore di me. Di studiare non se ne parlava, però era un tipo così. L’unica cosa era che beveva molto”.