Nuove prove dei crimini di guerra commessi dai soldati russi a Bucha, a nord-ovest di Kiev. A fornire è il New York Times, che ha diffuso dei video che mostrano come i russi abbiano giustiziato almeno otto uomini ucraini nel sobborgo della capitale ucraina. I filmati ottenuti dal quotidiano statunitense risalgono al 4 marzo. Le forze paracadutiste russe del 104° e 234° reggimento d’assalto aviotrasportato catturano un gruppo di uomini ucraini che vengono condotti in fila verso un cortile, dove poco dopo sono giustiziati. Si contano nove uomini che camminano ricurvi, con un braccio sulla testa e l’altro a tenere la cintura del compagno davanti, mentre un soldato russo dietro di loro punta contro il fucile e ordina: «Cammina a destra, put***a».
I video sono stati girati da una telecamera di sicurezza e da un testimone in una casa vicino all’edificio di via Yablunska 144. Quest’ultimo mostra gli ostaggi mentre sono costretti a mettersi a terra. Quanto accaduto dopo è stato raccontato da alcuni testimoni: sono stati portati dai soldati dietro un vicino edificio che era stato occupato dai russi e ci sono stati degli spari. Gli uomini catturati non sono mai tornati indietro. Un video realizzato da un drone il giorno dopo «fornisce la prima prova visiva che conferma il racconto dei testimoni: mostra i corpi morti a terra sul lato dello stesso edificio, mentre due soldati russi sono lì vicino di guardia», scrive il New York Times.
MASSACRO DI BUCHA, L’INCHIESTA DEL NEW YORK TIMES
In tutti i video ottenuti dal New York Times si vede un civile con una maglietta azzurra: è la prova che si tratta dello stesso gruppo di persone. Inoltre, è il secondo corpo da sinistra nella foto scattata un mese dopo da Vadim Ghirda per l’Associated Press, che quasi un mese dopo, il 4 aprile, mostrò i cadaveri. Il quotidiano americano ha trascorso settimane a Bucha intervistando un sopravvissuto, testimoni, coroner, polizia e funzionari militari per ricostruire quanto accaduto. Inoltre, ha identificato gli otto uomini giustiziati: Anatoliy Prykhidko, Andriy Matviychuk, Andriy Verbovyi, Denys Rudenko, Andriy Dvornikov, Svyatoslav Turovskyi, Valera Kotenko e Vitaliy Karpenko. Persone che lavoravano come operai e avevano un negozio di alimentari prima che il presidente russo Vladimir Putin decidesse di invadere l’Ucraina. Ivan Skyba è l’unico sopravvissuto e ora è indagato dalle autorità ucraine per alto tradimento.
I giornalisti del Nyt hanno esaminato anche il luogo dell’esecuzione: fori di proiettili sul muro e i gradini dell’edificio. Sull’altro lato del cordone, vicino a dove giacevano i cadaveri, hanno trovato i bossoli. Hanno trovato documenti di trasporto, una toppa militare e un elenco di soldati: altre prove della presenza di due unità di paracadutisti russi nell’edificio. Ma i prigionieri, essendo disarmati e in custodia, non erano in un contesto di combattimento secondo le leggi di guerra. Quindi, secondo le Nazioni Unite e il Comitato internazionale della Croce Rossa, dovevano essere trattati con umanità e protetti da ogni tipo di maltrattamenti.
New evidence — including three videos obtained by The New York Times — shows how Russian paratroopers rounded up and executed at least eight Ukrainian men in Bucha on March 4, a likely war crime. https://t.co/EnA2q943Ds pic.twitter.com/BRMDeGo0u6
— The New York Times (@nytimes) May 19, 2022