Renato Zero ed i suoi Sanremo
Renato Zero ha partecipato solo due volte al Festival di Sanremo ma ha espresso il suo desiderio di non tornare più: “Mi è bastato, non era per me… a me la Lotteria che tutte le feste si porta via…. non la sopporto. Il fatto della graduatoria… la canzone… l’artista è l’artista, è la somma delle sue evoluzioni, del suo trascorso e della produzione artistica che promette. Dopo ho sempre detto di no”. Dopo l’esordio nel 1991, Renato è tornato a Sanremo nel 1994: “Non ho capito perché ci sono andato io, forse per vendetta?”, ha commentato ironico.
Spazio agli anni Duemila ed ai grandi duetti di Renato Zero, da Lucio Dalla a Jovanotti, Mina, Andrea Bocelli, passando per Gigi Proietti. “Tante critiche, tante cose che non vanno in questo Paese, però ci sono tante cose che vanno! C’è tanta fantasia, genialità, passione e generosità. Dobbiamo tornare a rispolverare questi valori”, ha aggiunto il cantante. Ultimo filmato sul suo pubblico che tanto ama. Tornando a parlare del suo ultimo lavoro ha svelato di averlo dedicato ad uno zio: “Ho avuto tre sacerdoti in famiglia (uno solo si è fatto sacerdote, tre sono andati in seminario, ndr), abbiamo avuto queste belle lanterne che ci hanno illuminato il percorso e grazie a loro ho rivalutato la figura di Dio. Mi era sempre stato descritto come un castigamatti, invece ho scoperto che lui è lì e ti guarda e quando hai un momento di debolezza ha anche la dignità di non intervenire perché l’errore credo faccia parte del suo mandato”, ha commentato. Ed ha ammesso che farà recapitare la sua opera a Papa Francesco. (Agg. di Emanuela Longo)
Renato Zero: la famiglia e gli esordi
Renato Zero è cresciuto con molte figure femminili attorno, dalla nonna alla mamma: “ho scoperto che mia nonna Renata l’ho rivista tante volte in altre donne. Mia nonna vive continuamente. Quella tipologia di persone, quelle che hanno evidente carisma”, ha spiegato, “lo ritrovo nelle periferie del nostro Paese”. Spazio quindi agli esordi di Renato Zero e prima di vedere il consueto video omaggio, il cantante ha voluto mandare un saluto molto sentito e condiviso anche da Mara Venier: “Devo salutare un’amica mia che sta lavorando per sconfiggere un intruso, Marinella, dallo studio di Mara ti mandiamo un grande abbraccio per come sei, forza!”. Marinella era una delle sue prime ballerine, come spiegato dall’artista.
Spazio agli anni Settanta con i primi grandi successi di Renato Zero, passando per le hit degli anni Ottanta. “Bei ricordi”, ha commentato, spiegando poi come si è vissuto il suo successo: “Io francamente ero più preso dai dettagli, dalla realizzazione di queste cose piuttosto che dall’effetto che avrebbero avuto, e forse è stata una fortuna perché non bisogna mai affezionarsi agli applausi”. Immancabile il ricordo a Raffaella Carrà: “E’ stato un legame di amore totale”, ha spiegato prima della messa in onda di un filmato dedicato a loro e che ha molto commosso il cantante: “Io ho poco tempo per le vacanze, quando riesco faccio un salto all’Argentario. Io abito proprio attaccato a Raffaella e l’idea che forse riuscirò prima di settembre di passare anche solo dieci giorni e di non sentire quella risata dalla finestra sarà molto dura”. (agg. di Emanuela Longo)
Renato Zero e la sua solitudine
Il Covid, secondo Renato Zero, una cosa buona l’ha fatta: “Ci ha fatto aumentare il desiderio di abbracciarci, viva la vita!”, ha esclamato in studio a Domenica In. Parlando della canzone “Nei giardini che nessuno sa”, Renato ha commentato: “E’ un brano che ho scritto pescando nel dolore, nella solitudine e nell’abbandono di queste persone, è una questione di riconoscenza verso chi è nato con delle problematiche o chi invecchia suo malgrado. Lasciare sole le persone è lasciare soli noi stessi”. Grande emozione nello studio di Domenica In con una commossa Mara Venier che ha voluto omaggiare l’amico con un video dei suoi momenti più importanti della carriera musicale. “Abbiamo lavorato bene, siamo andati dritti, ogni tanto una scivolata ma quelle servono e rinforzano”, ha commentato Zero.
“Le mie vicende personali sono straordinariamente legate al mio lavoro e all’attitudine che mi ha permesso di conoscere la gente in modo più profondo”, ha svelato. Oggi lui si sente quasi un “analista”, riuscendo a capire meglio le persone. Quando lui ha bisogno di un momento di conforto, a chi si rivolge? “Io ho avuto la fortuna assodata, vengo da una famiglia straordinaria molto unita, siamo 5 fratelli. Questo ci permette di sentirsi sempre sostenuti. C’è un trasferimento di interessi e attenzioni verso questi altri esserini come i nipoti”. Tuttavia, ha spiegato, “io vengo dal Pianeta solitudine” per via della sua “diversità”. “Siamo tutti soli”, ha spiegato, “ma dobbiamo iniziare a fidarci un pochino di noi stessi e molto degli altri, siamo diffidenti”. (Agg. di Emanuela Longo)
Renato Zero, i ‘regali’ a Mara Venier oggi ospite di Domenica In
Renato Zero è stato il primo sopite di oggi di Domenica In, entrato in studio con tre buste. La prima contiene l’opera “Atto di fede”: “E’ una delle mie risposte al Covid: per sconfiggere questo intruso mi sono messo al lavoro e ho composto questo oratorio”, ha esordito. Proprio Zero, approfittando di questi due anni “ho creduto opportuno fare questo lavaggio della coscienza”, ha spiegato, parlando dei suoi “Apostoli della comunicazione”, da Sergio Castellitto a Don Antonio Mazzi. L’opera contiene anche due CD le cui orchestre sono state registrate a Budapest. La miccia, ha spiegato, l’ha accesa la pandemia, ma c’è sempre un retaggio di fronte a queste scelte. “Il quotidiano non ci offre la possibilità di inginocchiarci e pregare un Dio”, ha aggiunto. “Questa è anche una provocazione”, ha svelato.
Andando avanti con la seconda busta, questa volta si tratta di una lettera contenente i biglietti del concerto: “Sono due poltrone con l’amica che mi ha coinvolto da ragazzi in una realtà molto personale e privata dove attraverso le nostre serate esercitavamo questa volontà non solo di conoscerci ma anche crescere anche attraverso il disimpegno”, ha spiegato il cantante narrando della sua amicizia con Mara Venier. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
Renato Zero, in “Atto di fede” il legame con Dio
Un artista dalla carriera lunghissima e ricca di successi, grazie a brani quali “Cercami”, “Il triangolo” e “I migliori anni della nostra vita”, ma che ancora adesso, a più di 70 anni è ancora instancabile e desideroso di sentire attorno a sè l’affetto del pubblico. L’obiettivo di Renato Zero è però da sempre quello di non accontentarsi mai ed è questo uno dei motivi ispiratori del nuovo disco del cantante romano, dal titolo emblematico, “Atto di fede“. Qui sono contenuti ben 19 brani di musica sacra, che lui stesso ha voluto comporre grazie alla collaborazione del maestro Adriano Pennino (visto in passato ad “Amici”).
Ogni canzone è preceduta dalla lettura di una lettera di uno di quelli che ha scelto come “Apostoli della Comunicazione“. Si va da Don Antonio Mazzi ad Alessandro Baricco, da Sergio Castellitto a Marco Travaglio, da Walter Veltroni a Giovanni Soldini. La fede è quindi il motivo conduttore di questo lavoro: “Dio è sempre più Dio – ha detto ad Avvenire.it -. Sempre più ostinato a credere in noi. A perdonarci. Siamo le sue creature anche quando stupriamo, ammazziamo, rubiamo, spacciamo, mentiamo. Perché è così indulgente e caritatevole? È semplice: perché vorrebbe guarirci”.
Renato Zero pronto a tornare in concerto
E ora che le restrizioni legate al Covid si stanno allentando, il “Renato Nazionale” è pronto a sentire da vicino l’affetto dei suoi fan grazie a una serie di concerti che ha organizzato in una delle location tipiche della sua Roma: il Circo Massimo. Un’occasione per festeggiare i suoi 55 anni di carriera e i 70 anni di carriera, che in realtà risalgono a un paio di anni fa, ma la pandemia non permetteva di mettere in atto il programma a cui ora ha pensato.
Lui è già entusiasta, come ha annunciato qualche giorno fa tramite il suo profilo social: “La nostra imperdibile festa – ha scritto -. Per la prima volta al Circo Massimo! 23, 24, 25 e 30 settembre 2022″. I biglietti stanno già andando a ruba, chi se li è aggiudicati ha già iniziato a fare il conto alla rovescia.